Ora Orlando ci pensa davvero, l'ex Ministro potrebbe restare a capo della coalizione in Liguria
di Matteo Cantile
La figura di leader di Orlando potrebbe essere molto utile anche in vista delle amministrative di Genova. Intanto tra Pd e 5 Stelle 'volano gli stracci'
Andrea Orlando sta seriamente pensando di accettare il suo posto di consigliere regionale in Liguria e di guidare la coalizione di centrosinistra nella regione: per ora il candidato sconfitto da Marco Bucci non ha sciolto la riserva e ha ancora un po' di tempo per farlo, ma tutto lascia presupporre che abbia intezione di lasciare il suo scranno a Montecitorio per occupare quello in via Fieschi.
A furor di popolo - Come già anticipato da Telenord nei giorni scorsi (LEGGI QUI), Orlando sta ricevendo in Liguria forti pressioni a restare in consiglio: la figura di leader che l'ex ministro può mettere in campo in una fase cruciale per il centrosinistra, dopo una sconfitta pesante ma con una nuova possibilità elettorale rappresentata dalle elezioni amministrative di Genova, è vista con grande favore. Il Pd locale sa di avere tanti buoni candidati (e le regionali lo hanno dimostrato) ma manca una figura di sintesi, quella che Orlando potrebbe ben rappresentare.
Roma non vorrebbe - Dalla Capitale, cioè dalla segretaria Pd Elly Schlein, l'idea è invece di riavere Orlando in Parlamento: la necessità è in questo caso soprattutto gestionale visto che l'ex ministro rappresenta una corrente vicina alla segreteria, utile a gestire due gruppi parlamentari che si sono formati in un periodo precedente, quando alla guida dei Dem c'era Enrico Letta, e che dunque non pullulano di 'schleiniani'. Pare però che le pressioni romane stiano facendo meno breccia su Orlando di quanto non riescano a fare quelle liguri.
Rapporto con i 5 Stelle - Orlando sarebbe poi decisivo, viste le sue relazioni personali, nel tentare di mettere assieme due anime complicate da assemblare, quella Democratica e quella del Movimento 5 Stelle. E' di oggi, infatti, uno scambio al vetriolo tra i due partiti. La stilettata era partita stamattina sulle colonne de Il Fatto Quotidiano a nome Chiara Appendino: "In Liguria non siamo riusciti a costruire un progetto per una vera alternativa alla destra - ha dichiarato l'ex Sindaca di Torino - A capo della coalizione non c'era una figura innovativa e credibile per i nostri elettori (Orlando, ndr), che potesse garantire discontinuità. Penso che molti elettori del M5s non siano andati a votare proprio per questo, perché non riuscivano a distinguere tra i due campi". La risposta del segretario regionale del Pd Davide Natale non si è fatta attendere: "Capiamo che in vista della Costituente e in presenza del dibattito interno al M5S si siano messi in moto una serie di meccanismi che puntano anche a rimuovere scelte assunte con convinzione da tutto il Movimento - ha scritto Natale in una nota - ma non possiamo accettare che si mistifichi la natura e la scelta di Andrea Orlando come candidato della coalizione in Liguria. Scelta avvenuta dopo mesi di discussione, dopo che Orlando aveva affermato pubblicamente la sua disponibilità a sostenere candidature più unitarie qualora ne fossero maturate, e non ne sono maturate, dopo una affollata assemblea del M5S ligure che aveva investito lo stesso Orlando della responsabilità di una candidatura unitaria, dopo impegni sottoscritti nero su bianco nel programma per le regionali dagli esponenti liguri del M5S. Non vorremmo deludere Appendino ma i motivi del risultato del M5S sono da cercare altrove".
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