Omicidio San Biagio. I legali dei ragazzi: "Non ci arrendiamo, andremo in appello"
di Matteo Angeli
"La Corte non ha ritenuto di inviare gli atti alla Corte, prendiamo atto e rispettiamo la sentenza ma andiamo avanti
Questa mattina la Corte di assise di Genova ha condannato rispettivamente a 21 e 14 anni di reclusione Alessio e Simone Scalamandrè per aver ucciso il padre Pasquale, al termine di una lite. L'omicidio avvenne nell'abitazione dei due ragazzi nel quartiere di San Biagio a Genova.
Lo scorso 7 febbraio l'accusa aveva chiesto 21 e 22 anni di reclusione, oggi la decisione della Corte d'assise di Genova.
Alessio e Simone Scalamandré erano imputati di omicidio volontario in concorso, aggravato dal vincolo di parentela, reato per il quale la pena minima è 21 anni. Proprio per questo l'avvocato di Alessio, Luca Rinaldi, aveva sollevato, con il parere favorevole del pm, la questione della legittimità costituzionale dell'articolo di legge previsto dal cosiddetto Codice Rosso, che impedisce che le attenuanti superino le aggravanti in caso di vincolo di parentela.
"Ma la Corte non ha ritenuto di inviare gli atti alla Corte, prendiamo atto e rispettiamao la sentenza ma andiamo avanti" spiegano i legali luca Rinadi e Claudia Calafato.
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