Omicidio Cella, Anna Lucia Cecere era stata indagata per omicidio ma mai interrogata

di Matteo Angeli

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Nonostante testimoni l'avessero vista la mattina del delitto andare via di corsa a bordo di un motorino. E nonostante quei bottoni trovati a casa sua 22 giorni dopo il delitto

Omicidio Cella, Anna Lucia  Cecere era stata indagata per omicidio ma mai interrogata

Venticinque anni di dubbi, misteri e colpi di scena. Venticinque anni di indagini, inchieste, svolte, voci, sussurri e accuse. Sono passati venticinque anni da quella tragica mattina del 6 maggio 1996 quando Nada Cella venne trovata a terra in un lago di sangue. Non si è mai trovata l'arma del delitto, non si è mai trovato l'assassino o l'assassino.

E ora a distanza di tanti anni i riflettori si sono di nuovo accesi. Accusata di aver ucciso Nada è di nuovo Anna Lucia Cecere, oggi una donna di 53 anni residente a Boves, in provincia di Cuneo. Già di nuovo perchè nel registro degli indagati c'era finita all'epoca ma poi stranamente ne era uscita nonostante qualche indizio portasse seriamente a lei.

Il 25 febbraio 2003 arriva poi nla richiesta di archiviazione del pubblico ministero Filippo Gebbia che di fatto chiude l'inchiesta. Ma la cosa strana è che non si fa alcun riferimento al nome di Anna Lucia Cecere  e del verbale dei carabinieri che il 28 maggio 1996, solo ventidue giorni dopo quel delitto, sequestrano a casa della donna cinque bottoni «di forma circolare con parte anteriore metallica che reca raffigurata una stella a cinque punte incastonata in un bordo orlato con la dicitura Great Seal of the State of Oklahoma», giudicati «pertinenti al reato per il quale si procede» in quanto uguali al reparto ritrovato sotto al corpo della vittima.
Nel verbale dei carabinieri si legge che, «l’interessata non forniva giustificate motivazioni circa la provenienza degli stessi, riferendo solamente che erano stati prelevati da una giacca che si era logorata». Tutto molto strano.

Tra gli elementi non presi inizialmente in considerazione anche la testimonianza di una donna raccolta nei giorni successivi al delitto. La donna aveva raccontato di aver visto Cecere che, proprio la mattina della morte di Nada, andava via sul suo motorino sotto lo studio di Soracco.  Anna Lucia Cecere non è mai stata interrogata ed è questo uno tanti dettagli clamorosi di questa vicenda.

A fare riaprire il caso è stata la criminologa Antonella Pesce Delfino, insieme all'avvocata Sabrina Franzone, che ha riletto gli atti della vecchia indagine scoprendo particolari sottovalutati ed errori nelle indagini iniziali. Così ora il bottone verrà esaminato dal noto genetista Emiliano Giardina e il motorino usato da Anna Lucia in quel periodo analizzato con la tecnica del luminol per vedere se si ci sono tracce di sangue o di altri reperti biologici che in qualche modo fissino la donna sulla scena del crimine.