'Ndranghetista preso a Genova, il racconto dell'arresto: "Aveva capito di essere seguito, voleva nascondersi sulla torre della Cattedrale"

di Edoardo Cozza

Pasquale Bonavota, uno dei ricercati più pericolosi in Italia, è stato fermato da carabinieri in borghese all'interno del duomo di San Lorenzo

Questa mattina è stato arrestato a Genova Pasquale Bonavota, superlatitante 'ndranghetista, uno dei ricercati più pericolosi, tanto da essere inserito nel  "programma speciale di ricerca" del ministero dell'Interno. Era l'ultimo ricercato rimasto a piede libero dopo l'epocale operazione Rinascita Scott, condotta da Nicola Gratteri e dalla procura di Catanzaro, che aveva portato all'arresto di 334 presunti appartenenti alle cosche di 'ndrangheta di Vibo Valentia. È ritenuto responsabile di associazione mafiosa come promotore della cosca omonima rientrante nella locale di 'ndrangheta di Sant'Onofrio.

L'arresto è avvenuto all'interno della cattedrale di San Lorenzo, dove il 49enne era entrato a passi affrettati. Testimoni raccontano che fosse arrivato affannato e avesse chiesto informazioni per salire sulla torre. Forse aveva capito di essere seguito dalle forze di polizia e voleva provare a nascondersi, spiegano alcuni testimoni dell'accaduto: "Subito dopo, quando ancora stava cercando di capire come salire sulla torre della Cattedrale, è stato infatti avvicinato da un paio di persone in borghese (carabinieri, ndr) che, senza clamore, lo hanno accompagnato all'esterno e hanno proceduto all'arresto".

Il tutto, insomma, è avvenuto senza che i turisti presenti in chiesa e nella piazza si accorgessero di quanto stesse accadendo. 

Quando è stato fermato nella cattedrale di San Lorenzo a Genova Pasquale Bonavota era "spaventato" hanno riferito i carabinieri. Il boss abitava nel quartiere di San Teodoro, nella collina alle spalle del porto di Genova. Qui aveva la moglie, insegnante in una scuola genovese. Ma con la moglie sembra non avesse contatti diretti. I militari hanno sequestrato alcuni documenti di identità intestati a persone su cui verranno adesso fatti gli accertamenti. Sequestrati oltre 20 mila euro e diverso materiale documentale e informatico su cui adesso si concentrano le attenzioni dei Ros.

Nell'abitazione dove abitava Pasquale Bonavota i carabinieri hanno trovato una decina di telefoni cellulari con schede sim intestate a stranieri. Su questi dispositivi gli investigatori faranno ora una serie di analisi per ricostruire la rete che ha aiutato il super latitante a nascondersi. Dalle indagini è emerso che il boss aveva affittato la casa dove viveva tramite agenzia. Da quanto emerso Bonavota si muoveva con i mezzi pubblici: in casa gli hanno trovato diversi abbonamenti. I contatti con il territorio li aveva e forse per questo aveva deciso di trasferirsi a Genova. I carabinieri hanno pedinato soggetti a lui vicino che però non avrebbe incontrato in questi mesi.

 

(in foto: a sinistra, l'ingresso verso la torre della Cattedrale dove è stato fermato Bonavota. A destra, il latitante arrestato a Genova)