Nave Bahri Yanbu, a bordo anche esplosivi. L'agenzia: "Non imbarcheremo armi"
di Michele Varì
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Arrivo previsto lunedì o martedì, Gastaldi: "Da decenni quella nave passa a Genova, perché bloccarla?"
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Ci sono armi e materiali esplosivi a bordo della Bahri Yanbu, la nave saudita che fa rotta verso Genova, ma la sosta in porto servirà solo a imbarcare merci di tipo industriale. È quanto emerge dal tavolo tecnico in prefettura con forze dell'ordine, Capitaneria di porto e Agenzia delle dogane. Ma la conferma arriva anche dall'agenzia Gastaldi che segue la spedizione.
Al momento non è certo il giorno di arrivo della nave, che si trova al largo delle coste spagnole e attraccherà a Ponte Eritrea. Inizialmente attesa per sabato, la data ufficiale è oggi spostata a lunedì 20 maggio, ma è possibile un ulteriore slittamento a martedì 21, come ipotizza la Gastaldi, per consumare meno carburante visto che parte della merce da spedire non è ancora giunta a Genova. Anche per questo la prefettura si aggiornerà nuovamente nei prossimi giorni per capire se esistono motivi di sicurezza sufficienti a impedire lo scalo o alcune operazioni in banchina.
Venerdì alle 18 ci sarà un'assemblea pubblica in porto, alla Sala chiamata della Compagnia Unica, contro l'arrivo della nave, convocata dal consiglio dei delegati Cgil: "Nel porto di Genova non devono essere imbarcate armi sulla Bahri Yanbu" scrivono i delegati. "Come lavoratori del porto - aggiungono - non siamo insensibili di fronte alle vittime di una delle guerre dimenticate che sanno insanguinando la nostra epoca, e vogliamo boicottare l'imbarco di armi destinate a questi conflitti".
"La Nave Bahri Yanbu transita peridicamente a Genova da decenni e che, per quanto ne sappiamo, nel nostro scalo imbarca solo merce varia. Armi a bordo? Le normative non lo impediscono, d'altra parte non è un mistero che le industrie belliche usano le navi per i trasporti. Di certo noi non le sbarchiamo o imbarchiamo a Genova", spiega Nanni Cerrutti, amministratore dell'agenzia marittima Gastaldi che da sempre cura le operazioni della Bahri Yanbu: "Questa linea della compagnia saudita dagli Usa ai Paesi Arabi esiste dal 1985 e da sempre la usiamo per imbarcare merce varia, ma non abbiamo mai trattato armi".
Il caso della nave Bahri Yanbu è diventato noto nell'ultima settimana dopo la denuncia di Amnesty International, secondo cui le armi che trasporta sarebbero destinate al conflitto nello Yemen. La scorsa settimana al cargo era stato negato l'approdo nel porto di Le Havre proprio per la presenza di armi a bordo, mentre tre giorni dopo aveva fatto una breve sosta a Santander, nella Spagna settentrionale.
Confermata la presenza di armamenti e piccole quantità di esplosivi, che però non saranno movimentati, come spiegano fonti della Prefettura, anche perchè, raccontano altre fonti bene informate, lo scalo di Genova, a differenza di quello della Spezia, non è autorizzato a imbarcare e sbarcare sostanze esplosive.
Il clamore che sta suscitando questo viaggio si spiega con il fatto che l'agenzia investigativa francese, accortasi del carico di armi sulla nave, ne ha diffuso la notizia come se fosse un segreto, "ma in realtà non è così - si dice in porto - e la dogana di Genova sa perfettamente cosa trasportano le navi perché tutte quelle in transito devono manifestare la merce e dichiararla".
L'amministratore di Gastaldi Cerruti conferma che la nave potrebbe sbarcare a Genova martedì e non lunedì come previsto: "Potremmo chiedere di rallentare per risparmiare carburante visto che molta merce da spedire deve ancora arrivare in porto, ma questo potremo dirlo solo nei prossimi giorni". Merce che l'amministratore di Gastaldi rivela essere "rotabili, scambiatori di calore, pezzi di impiantistica, materiali per impianti estrazioni petrolifere ed elettrico. Insomma, niente armi".
La possibilità che questa mobilitazione mediatica contro la Bahri Yanbu possa fare ritardare i tempi di consegna previsti dai contratti però preoccupa Cerrutti, che avverte: "Io non voglio minacciare nessuno, ma dato che di navi che trasportano armi ce ne sono tante in tutto il mondo, noi non riusciamo a capire perché si dovrebbe bloccare proprio la Bahri Yanbu". Cerrutti non lo dice, ma è possibile che in caso di blocchi della nave l'agenzia potrebbe chiedere i danni e forse lo stesso potrebbe fare l'armatore, il governo saudita, perché si tratta della compagnia di Stato quotato alla borsa di Riad.
Sulla questione interviene anche Antonio Benvenuti, console della compagnia Unica dei portuali di Genova: "Io non sono a conoscenza che nel nostro scalo vengano imbarcate armi perché in tutte questi anni ricordo di avere visto imbarcare solo dei camion militari, ma se così fosse e alcuni lavoratori, come trapela dai livelli più elevati dei sindacati, vogliano boicottare le operazioni di scalo della nave saudita noi non possiamo fare nulla per impedirlo".
In mattinata è intervenuto l'ammiraglio Carlone, comandante della Capitaneria di porto ligure: "Per quanto riguarda gli altri aspetti, ci sono altri organi dello Stato che stanno valutando e che potrebbero dare indicazioni diverse. La nave ha fatto altri accosti in passato e non c'erano problemi di natura tecnico-nautica. Da parte mia quindi non ci sono obiezioni".
"Se non ci sono i requisiti di sicurezza credo che sia giusto che la navi resti fuori dai nostri porti, viceversa se ci sono deciderà il Governo se ci sono i requisiti per il passaggio della nave dal porto di Genova - commenta il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti - da quanto so non caricherà e non scaricherà armi o materiale bellico nel nostro Paese".
Michele Varì
Fabio Canessa
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