Nader, tra i più amati del Genova Hip Hop Festival
di Giulia Cassini
Per il cantante "L'arte e la politica sono la stessa cosa"
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"Siamo venuti per Jamil", "Siamo venuti per Nader" due ritornelli che si sono sentito spesso prima di varcare i cancelli del Crazy Bull per tutta la nottata del 10 gennaio, l'apertura del Genova Hip Hop Festival, tra una folla di giovani e giovanissimi con la forbice tra i più grandi e i più piccoli che si è allungata parecchio. La cultura rap e hip hop piace a tutti del resto, per la sua contemporaneità. Jamil è legato a Genova, è una città che dice di amare per le sue contraddizioni, per la sua storia, poi il suo produttore Jaws è proprio genovese.
Nader Shah , originario di Molassana, è stato accolto con grande calore, in molti tra il pubblico si chiedono come faccia "a girare sempre a mille", essendo tra gli autori più prolifici del suo settore. "Si scrive quello che si vede, ma anche l'impercettibile, il primo lo definisco esperienza, il secondo una sensazione. Entrambe le cose sono state onnipresenti nel mio 2016-2017 e questo mi ha permesso di essere così prolifico. Nel 2018 avevo molto da dire, così non è stato per lo scorso anno e credo che anche quest'anno farò uscire meno canzoni perchè la mia vita si è in qualche modo regolarizzata molto rispetto al passato. Sto riflettendo di più su di me e su quello che accade".
Tantissimi li suoi successi che gli appassionati del Genova Hip Hop Festival conoscono per filo e per segno come "Solamente Nadì", "Sexstrappato", "Sogni di Strada", "Brosky", ognuna sembra un mondo a sé e anche lo stesso Nader Shah non saprebbe definire nel dettaglio a quale sia più affezionato. " Non saprei- ammette l'artista- perché ho sempre concepito ogni disco secondo una tematica differente: sono legato a tutte le canzoni come sicuramente avrei dovuto perfezionare ogni traccia".
L'importante però è il messaggio, diretto, tagliente, emerge chiaro in ogni brano, senza tanti giri di parole, cono estrema francghezza e slang contemporaneo. "Ci tengo a sottolineare che per me l'arte e la politica sono la stessa cosa: deve essere basata su un messaggio sociale o politico. Per quanto sia un ammiratore di Magritte penso che oggi ci sia la necessità di mandare messaggi positivi e di denuncia del male del mondo perché non è ammissibile che alcuni stati continuino a effettuare atrocità sui civili. In particolare penso allo Yemen alla Siria e alla Libia". Intanto Genova Hip Hop Festival prosegue e il seguito è larghissimo. Tutti i dettagli online al sito della manifestazione con il programma di sabato 11 e di domenica 12 gennaio.
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