Tour, Pogacar dedica la vittoria a Privitera. Testimone: "Samuele tradito da un dosso, non lo ha visto e ha perso il controllo"
di R.C.
Nel momento dell'impatto, Lorenzo Masciarelli era vicino al 19enne imperiese morto per le conseguenze della caduta
Tadej Pogacar, tornato in maglia gialla dopo la vittoria di tappa a Hautacam, dice: "Dedico questa mia vittoria a Samuele Privitera, oggi fin dalla partenza ho pensato a lui. Dedicargli questo mio successo al Tour è il minimo che io oggi possa fare". Così Tadej Pogacar dopo la vittoria a quota 1.520 metri nella 12/a tappa del Tour de France, al termine della quale ha riconquistato la maglia gialla. La dedica era per il 19enne ciclista imperiese morto ieri per una caduta durante il giro della Valle d'Aosta.
Intanto emergono dettagli sulla tragedia. “Un impatto così non l’avevo mai visto”. Con queste parole Lorenzo Masciarelli, ciclista del team Mbh Bank Colpack Ballan Csb, racconta i drammatici istanti che hanno preceduto la morte di Samuele Privitera, 19 anni, ligure di Imperia, giovane promessa della squadra Hagens Berman Jayco, deceduto ieri in ospedale ad Aosta dopo una caduta avvenuta a Pontey, durante la prima tappa del 61° Giro Ciclistico della Valle d'Aosta - Mont Blanc, riservato agli Under 23.
Secondo quanto riportato dal sito specializzato bici.pro, Masciarelli era tra i corridori più vicini a Privitera al momento dell’incidente e ha ricostruito quanto accaduto con grande lucidità: “Privitera era due metri davanti a me. Venivamo da una curva che si affronta senza frenare, ci trovavamo intorno alla ventesima posizione in gruppo. Lui arrivava dall’esterno e ha preso un dosso artificiale di cemento che serve per rallentare le macchine. Non si è capito se non se ne sia accorto, però nel momento in cui è salito sopra ha perso la presa dal manubrio.”
Il racconto prosegue con dettagli drammatici e precisi: “Di conseguenza il sedere gli è scivolato sul tubo orizzontale del telaio ed è rimasto seduto. I piedi si sono sganciati ma ha cercato di rimanere in equilibrio. In quelle situazioni, spesso, rimetti una mano sul manubrio e rimani in piedi. Invece lui ha sbandato ed è andato contro una barriera di ferro.”
Masciarelli, visibilmente scosso, ha spiegato come sia stato subito evidente che l’impatto fosse stato gravissimo: “Parlando con i ragazzi che avevo vicini, che come me avevano visto l’accaduto, ci siamo resi subito conto della gravità.”
Il giovane ciclista ha poi raccontato il momento dell’urto: “Quando l’ho visto andare verso la barriera mi sono spaventato, ho tirato i freni e gli sono rimasto dietro. L’impatto è stato bruttissimo, è arrivato contro l’ostacolo con la testa e il petto. Il casco, anche durante lo scontro con la barriera, è sempre rimasto sulla testa. Non ho capito come si sia sfilato. Il fatto però che fosse integro mi fa pensare che le prime a colpire la barriera siano state altre parti del corpo.”
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