Morandi bis a rischio trasferimento, 30 settembre udienza in Cassazione
di R.S.
Sarà la Corte di Cassazione, nella camera di consiglio del prossimo 30 settembre, a decidere il futuro del cosiddetto processo Morandi bis, il procedimento legato alla gestione della rete autostradale ligure dopo il tragico crollo del ponte Morandi avvenuto il 14 agosto 2018, in cui persero la vita 43 persone.
L’inchiesta alla base del processo si concentra su una serie di gravi accuse: falsi report sulle condizioni di sicurezza di viadotti e gallerie, barriere antirumore ritenute pericolose, e il crollo di una parte della volta nella galleria Berté lungo l’autostrada A26.
Il processo, iniziato da poco presso il tribunale di Genova e che vede coinvolti 45 imputati (di cui 25 già a giudizio anche per il crollo del viadotto), è stato sospeso in attesa della decisione della Cassazione, dopo che è stata sollevata un'eccezione di competenza territoriale.
Secondo diversi legali della difesa, il reato più grave – quello di falso – si sarebbe consumato a Roma, poiché i report manipolati sarebbero stati caricati su server della società Autostrade ubicati proprio nella Capitale. Da qui la richiesta di trasferimento del procedimento da Genova a Roma.
Se la Suprema Corte dovesse accogliere l’istanza, l'intero processo verrebbe spostato e ricominciato da capo a Roma. In caso contrario, il dibattimento proseguirà a Genova, dove la prossima udienza è stata già fissata per il 27 novembre.
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