Moody, il futuro del locale passa dall’udienza del 20 marzo: sindacati e amministratore giudiziario a confronto con Mascia
di E.L.M
L’assessore al Lavoro ribadisce l’impegno per la tutela dei lavoratori licenziati e propone una soluzione per garantire continuità occupazionale

Un nuovo incontro tra l’assessore al Lavoro e ai Rapporti sindacali di Genova, Mario Mascia, i rappresentanti sindacali e l’amministratore giudiziario Marco Bobba ha messo al centro il destino degli ex dipendenti dello storico locale Moody. L’attenzione è ora rivolta all’udienza del 20 marzo, quando il GUP del Tribunale di Genova deciderà se restituire l’immobile alla proprietà di Azzurra Immobiliare o confermarne la confisca. L’obiettivo dell’amministrazione comunale resta la salvaguardia dell’occupazione, cercando di garantire una soluzione per i lavoratori già licenziati.
Trattamento economico – Secondo quanto emerso dall’incontro, le organizzazioni sindacali hanno ottenuto un pacchetto di tutele per gli ex dipendenti. È previsto un incentivo all’esodo pari alla Retribuzione Annua Lorda (RAL) per sei mesi, oltre alla possibilità di accedere alla Naspi per un massimo di ventiquattro mesi.
Possibile soluzione – Guardando oltre l’udienza del 20 marzo, Mascia ha proposto una strategia per tutelare la continuità occupazionale. “Ho chiesto all’amministratore giudiziario, destinato a diventare coadiutore dell’Agenzia nazionale, di rappresentare al GUP anche in caso di confisca l’opzione di una locazione con salvaguardia della continuità occupazionale”, ha dichiarato.
Sgombero in vista – Un passaggio chiave si avrà il 26 marzo, quando il locale sarà liberato dalle attrezzature e dai macchinari appartenenti alla società Romeo e Giulietta. Questa operazione potrebbe agevolare le decisioni future sulla gestione dell’immobile e il suo eventuale riutilizzo.
Protocollo sindacale – Per rafforzare le garanzie occupazionali, l’assessore Mascia si è detto disponibile a sottoscrivere un protocollo specifico con le organizzazioni sindacali. L’iniziativa mira a creare un quadro normativo chiaro che possa agevolare una ripartenza dell’attività senza compromettere i diritti dei lavoratori coinvolti
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