Moby: "Proposta Ad Hoc Group incompatibile con la legge e penalizza gli altri creditori"
di Marco Innocenti
Presto tavolo di confronto: "Confidiamo nella buona fede"
"Moby Spa e i suoi azionisti hanno purtroppo ricevuto una proposta che non è compatibile con le leggi applicabili". A dirlo è lo stesso gruppo, in una nota stampa diffusa in serata e riferita alle notizie apparse sulla stampa in relazione al mancato accordo con gli obbligazionisti di "Ad Hoc Group". Secondo queste indiscrezioni di stampa, infatti, il motivo del mancato accordo risiederebbe proprio nel fatto che la famiglia Onorato non avrebbe accettato di fare un passo indietro sulla gestione del gruppo. Queste notizie però "non sono corrette", secondo la nota diffusa dal gruppo Moby.
"La proposta ricevuta non è compatibile nemmeno con i contratti vigenti - prosegue la nota stampa - ed è eccessivamente penalizzante per i creditori non appartenenti all'Ad Hoc Group. La volontà del gruppo Onorato è invece quella di soddisfare tutto il ceto creditorio, e non singole posizioni, attraverso soluzioni legali tutelanti degli interessi di tutti gli stakeholders coinvolti come sempre è stato in 140 anni di storia imprenditoriale del gruppo Onorato".
La vicenda però non sarebbe chiusa. "Alla luce di quanto sopra - si legge - è stato formalmente inviato un invito a tutti i membri dell’Ad Hoc Group ad un tavolo di confronto tra i rispettivi consulenti, ribadendo la piena disponibilità a cercare delle soluzioni tutelanti dei creditori e volte alla creazione di valore, confidando nella buona fede da parte degli interlocutori fondamentale per la salvaguardia dell’unica infrastruttura sul mare del nostro paese e delle 5.800 famiglie che ne fanno parte. Proprio in quest’ottica la Famiglia Onorato, da sempre attenta alle esigenze dei creditori nonché alla realizzazione del piano industriale, ha più volte ribadito anche formalmente la piena disponibilità ed il fermo volere di condividere un processo di maggiore istituzionalizzazione della governance (con l'attribuzione ai creditori di diritti di supervisione e veto finalizzati alla esecuzione del business plan e la creazioni di comitati con diritti su parti correlate, nomine e remunerazioni) della compagnia con l’obiettivo di creare valore aggiunto per tutti gli stakeholders coinvolti e di creare i presupposti per proiettarla verso le sfide e la crescita futura".
"Moby SpA e i suoi azionisti - continua - ribadiscono la volontà di perseguire un percorso di risanamento e rilancio del Gruppo nell’interesse dei creditori, degli oltre 10.000 dipendenti fra diretti ed indiretti, dei fornitori e dei clienti. Si ritiene che gli elementi per tale rilancio ci siano tutti. Si ricorda che sulla base dell’ultima trimestrale al 30 settembre 2019 il gruppo ha registrato un EBITDA di 118 milioni di Euro, il debito finanziario netto ammonta a complessivi 591 milioni di euro di cui 300 nei confronti dei bondholders e 160 nei confronti delle banche. Il valore della flotta, sulla base dell’ultima perizia di Unitramp, eccede il miliardo di Euro. Se tali valori saranno, come riteniamo, confermati dall’attestatore in corso di nomina si ritiene che il piano di ristrutturazione possa essere basato sulla sola richiesta ai creditori di una dilazione degli impegni di pagamento. In ogni caso la valenza delle aziende del gruppo e la loro capacità di continuare a servire i propri clienti e soddisfare i propri creditori non è in discussione".
"Il dialogo con le banche - conclude la nota di Moby - per l’individuazione delle soluzioni più opportune per il superamento delle temporanee difficoltà finanziarie è aperto e costruttivo; le banche creditrici hanno infatti manifestato la disponibilità a concedere uno standstill per permettere la conclusione dei negoziati. La società, il management e gli azionisti auspicano che anche da parte dei bondholders sia confermata analoga disponibilità".
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