Mihajlovic, un anno dopo il figlio Miro segue le orme di Sinisa: "Farò l'allenatore, papà un esempio assoluto"
di Stefano Rissetto
Il 16 dicembre 2022 l'ex Sampdoria si spegneva dopo una lunga malattia
Miroslav Mihajlovic, a quasi un anno dalla scomparsa del padre Sinisa, morto a 53 anni il 16 dicembre 2022 dopo una lunga malattia, vuole seguire le orme del padre, che ha allenato in Italia Bologna, Catania, Fiorentina, Sampdoria, Milan e Torino. Oggi è assistente del tecnico dell'Under 15 dell'Urbetevere di Roma (foto dal sito del club).
In una intervista a QN, il figlio dell'ex campione (quattro anni in maglia blucerchiata da calciatore, dal 1994 al 1998) ricorda Sinisa: "Una settimana prima di morire, abbiamo fatto dieci chilometri di camminata, io e lui, sotto la pioggia. È iniziato a diluviare, ma lui niente. Ha detto: aspettiamo finisca e ripartiamo. Era magrissimo, tutti al posto suo sarebbero rimasti a letto. Lui, no, era un leone in gabbia".
PASSIONI - "Papà mi ha insegnato a seguire le mie passioni. So di avere un cognome pesantissimo e so che sarà sempre così. Ma non mi pesa, perché amo questo lavoro. Ho provato anche la strada da calciatore, sono arrivato fino alla Primavera della Samp, poi ho capito che non faceva per me. Essere “figlio di” mi pesava molto in quel contesto. Soprattutto in Italia è molto difficile gestire questa eredità, la gente parla tanto: se non giochi è perché sei scarso; se giochi, sei raccomandato. Devi lavorare il doppio degli altri. Ammiro Federico Chiesa e Daniel Maldini che, nonostante il paragone con i genitori, sono arrivati in alto. Io vado avanti come Miro".
L'AMICO DEKI - "Eravamo pronti alla cosa, ma puoi essere preparato quanto vuoi: quando arriva quel momento, è dura. Ci scrivevano e ci chiamavano tutti, mentre magari in quel momento tu vorresti solo sparire. Ma ringrazio i tifosi e chi ci è stato vicino, come Deki (Dejan Stankovic, ndr): lui e papà erano fratelli, per noi è uno zio, c’è sempre stato e sempre ci sarà. Così come Ibra, è stato molto carino con noi".
TATUAGGIO - Miro si è fatti incidere un tatuaggio di Sinisa intento a calciare una punizione, "il suo gesto tecnico per eccellenza. Ho un’ammirazione infinita per lui, tanto da inciderlo sulla mia pelle. Non era molto d’accordo sui tatuaggi, però facendomi il primo su di lui, non ha potuto sgridarmi. Mia madre domenica sarà al Dall’Ara per Bologna-Roma, invitata dal club, i miei fratelli saranno all’Olimpico per Lazio-Inter. Io sarò In campo con l’Under 15 dell’Urbetevere, sono assistente del tecnico. Siamo primi in classifica. Devo esserci, è il mio lavoro: così avrebbe voluto mio padre".
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