Righi, Giusy Randazzo: "Lottiamo contro le parole che feriscono"

di Redazione

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L'evento del 15 luglio con Roberto Peccenini per presentare il libro Metodologia della Narrazione e della Riflessione. Storia, metodi e strumenti.

Righi, Giusy Randazzo: "Lottiamo contro le parole che feriscono"

Mercoledì 15 luglio al Righi in via Cima di San Pantaleo dalle ore 18:30, in occasione della presentazione del libro "Metodologia della Narrazione e della Riflessione. Storia, Metodi e Strumenti" (Erga Edizioni) il dirigente tecnico dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Liguria, Roberto Peccenini, e Giusy Randazzo, autrice del testo, dialogheranno con il pubblico sulla MNR e sull’importanza delle parole per salvaguardare il diritto all’istruzione, per prevenire l’antisocialità e la violenza digitale.
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La MNR è stata ideata da Marta Russo, Maria Teresa Vacatello, Martina Campart, Laura Mancuso, Roberto Peccenini  riuniti nell’Associazione di Promozione Sociale Il Moltiplicatore di Genova nel 2004. E' stata quindi sperimentata in più di 200 classi di scuole di ogni ordine e grado anche dalla rete "SicuraScuola", che raccoglie diverse scuole della Liguria con un accordo indirizzato alla promozione della MNR per prevenire l'antisocialità e per garantire un clima scolastico positivo. Nel 2005 l’MNR è stata riconosciuta a livello europeo come buona pratica.

"Quando iniziammo, – scrive Roberto Peccenini nella postfazione del volume Metodologia della Narrazione e della Riflessione– parlare di comportamenti violenti a scuola era un tabù. Il fenomeno era quasi universalmente ignorato e, anche di fronte all’evidenza, in molti dirigenti e docenti prevaleva la tendenza alla negazione. Anche oggi accade che certe situazioni critiche vengano sottovalutate o gestite in maniera inadeguata. Tuttavia esistono delle linee guida ministeriali sul bullismo, una legge sul cyberbullismo e una sul patto educativo di corresponsabilità che lega scuole, alunni e famiglie. In tutto il territorio nazionale è presente una rete di referenti sul cyberbullismo, opportunamente formati. Ogni anno si svolgono numerose iniziative nelle scuole e nelle città in concomitanza con il cosiddetto Safer Internet Day (SID), che si celebra a febbraio. (...) Grazie a tutti i membri della comunità scolastica (alunni, collaboratori scolastici, personale di segreteria, genitori, insegnanti, dirigenti delle scuole e dell’ufficio scolastico) che insieme a noi hanno consentito a una prassi ancorata a solide basi teoriche di affermarsi, siamo riusciti a modificare l’ambiente in cui si è operato disinnescando l’ordigno dell’antisocialità e preparando il terreno a nuovi valori che vanno nella direzione di un’etica del rispetto e della responsabilità. (...) Voglio ricordare soprattutto la sensazione di stupore che ci coglieva quando, nell’esaminare i questionari, (su partecipazione, solitudine, solidarietà e bullismo, il già citato PSSB1) constatavamo che gli intervistati non si erano limitati a barrare le caselle o a rispondere con espressioni sintetiche alle domande aperte, ma si erano dilungati a narrare esperienze, formulare osservazioni, esprimere auspici, riempiendo tutte le righe del modulo e spesso travalicando nei margini laterali e inferiori dei fogli. In poche parole, ciò che i bambini, i ragazzi e gli adulti che costituivano il campione ci comunicavano era il bisogno di essere ascoltati e, non di rado, di essere aiutati. È stato proprio l’ascolto di queste richieste di aiuto a spingerci a fare qualcosa per promuovere nelle classi un dialogo fondato sulla narrazione di situazioni reali, proposte come stimolo per sviluppare la capacità di analisi, di attribuzione di significati, di assunzione di molteplici punti di vista che valorizzano la diversità, di costruzione di strategie di soluzione dei problemi, di riflessione sui ruoli e le relazioni all’interno del gruppo".