Maturità, seconda prova: Cicerone al classico, Cartesio allo scientifico, Battiato-Sgalambro all'artistico

di Stefano Rissetto

5 min

Dal "De amicitia" alla filosofia con accenni all'artista Boccioni, fino alla canzone "La cura" apice del sodalizio tra il cantautore e il filosofo catanesi

Maturità, seconda prova: Cicerone al classico, Cartesio allo scientifico, Battiato-Sgalambro all'artistico

Dopo il tema della prima prova, oggi – 19 giugno 2025 – è toccato alla seconda, quella d’indirizzo, che ha coinvolto oltre 524.000 maturandi in tutta Italia. La prova, sebbene nazionale, cambia a seconda del percorso di studi.

Classico: la riflessione sull'amicizia di Cicerone - Per gli studenti del liceo classico, il Ministero ha scelto un passo dal De amicitia di Marco Tullio Cicerone, un dialogo in cui si indaga il valore profondo dell'amicizia.

Scientifico: tra Cartesio, Platone e funzioni - Al liceo scientifico, gli studenti si sono confrontati con due problemi e una serie di quesiti di matematica. Oltre agli esercizi tecnici, la prova ha incluso citazioni culturali tratte da Cartesio, Platone, Boccioni e dallo stesso Cicerone, che compare dunque anche nella versione di latino.

Linguistico: inglese tra letteratura e attualità - Per chi frequenta il liceo linguistico, la prova d’inglese ha previsto la lettura e l’analisi di un brano tratto da Every Day is Mother's Day di Hilary Mantel, accompagnato da un articolo sul fast fashion e una riflessione sull’educazione ispirata alle parole di Kofi Annan.

Artistico: ispirazione da Battiato e arte visiva - Il liceo artistico ha visto invece una prova legata alle discipline audiovisive e multimediali, ispirata alla canzone La cura di Franco Battiato, testo del filosofo Manlio Sgalambro e musica del cantautore etneo (nella foto, i due) L’elaborato è stato accompagnato da immagini e riferimenti a opere di Picasso, Diego Rivera, Elliott Erwitt e fotografie di Sandro Scalia dedicate a Palermo.

Scienze umane, informatica e Itaf - Al liceo delle Scienze umane, la seconda prova ha richiesto una riflessione sulla metodologia della ricerca nelle scienze umane.

All’indirizzo Informatica dell’istituto tecnico, la traccia verteva sulla progettazione di una piattaforma web per combattere le fake news, utilizzando intelligenza artificiale per classificare contenuti tramite etichettatura di dataset.

Per l’indirizzo Itaf (Amministrazione, finanza e marketing), la traccia ha chiesto l’analisi della situazione economico-aziendale di un’impresa industriale fittizia, la Alfa Spa, specializzata nella produzione di componenti meccanici.

Il testo latino proposto al classico - Ecco il testo ciceroniano che gli studenti del classico devono tradurre.

PRE TESTO
Saepissime igitur mihi de amicitia cogitanti maxime illud considerandum videri solet, utrum propter imbecillitatem atque inopiam desiderata sit amicitia, ut dandis recipiendisque meritis quod quisque minus per se ipse posset, id acciperet ab alio vicissimque redderet, an esset hoc quidem proprium amicitiae, sed antiquior et pulchrior et magis a natura ipsa profecta alia causa.

TESTO

Amor enim, ex quo amicitia nominata est, princeps est causa ut benevolentia coniungatur. Nam utilitates quidem etiam ab iis percipiuntur saepe qui simulatione amicitiae coluntur et observantur temporis causa, in amicitia autem nihil fictum est, nihil simulatum et, quidquid est, id est verum et voluntarium.

Quapropter a natura mihi videtur potius quam ab indigentia orta amicitia, applicatione magis animi cum quodam sensu amandi quam cogitatione quantum illa res utilitatis esset habitura. Quod quidem quale sit, etiam in bestiis quibusdam animadverti potest, quae ex se natos ita amant ad quoddam tempus et ab eis ita amantur ut facile earum sensus appareat. Quod in homine multo est evidentius, primum ex ea caritate quae est inter natos et parentes, quae dirimi nisi detestabili scelere non potest; deinde cum similis sensus exstitit amoris, si aliquem nacti sumus cuius cum moribus et natura congruamus, quod in eo quasi lumen aliquod probitatis et virtutis perspicere videamur.

Nihil est enim virtute amabilius, nihil quod magis adliciat ad diligendum, quippe cum propter virtutem et probitatem etiam eos, quos numquam vidimus, quodam modo diligamus. Quis est qui C. Fabrici, M'. Curi non cum caritate aliqua benevola memoriam usurpet, quos numquam viderit? quis autem est, qui Tarquinium Superbum, qui Sp. Cassium, Sp. Maelium non oderit? Cum duobus ducibus de imperio in Italia est decertatum, Pyrrho et Hannibale; ab altero propter probitatem eius non nimis alienos animos habemus, alterum propter crudelitatem semper haec civitas oderit.

LA TRADUZIONE

PRE-TESTO

Dunque, riflettendo molto spesso sull’amicizia, mi capita di considerare soprattutto questo: se l’amicizia sia stata desiderata a causa della debolezza e del bisogno dell’uomo, in modo che, attraverso lo scambio di benefici, ciascuno possa ricevere da un altro ciò che da solo non è in grado di ottenere e ricambiare allo stesso modo, oppure se ciò sia sì una caratteristica dell’amicizia, ma che ci sia un’altra causa, più antica, più nobile, e derivante maggiormente dalla natura stessa.

TESTO

Infatti, l’amore — da cui il termine "amicizia" prende nome — è la principale causa che unisce le persone con benevolenza. Le utilità, è vero, si ricevono anche da coloro che si frequentano per convenienza e che si assecondano per opportunismo, fingendo amicizia; nell’amicizia vera, però, non c’è nulla di falso, nulla di simulato: tutto ciò che esiste è sincero e spontaneo.

Per questo motivo, l’amicizia sembra a me nascere più dalla natura che dal bisogno, da un’attrazione dell’animo accompagnata da un senso d’amore, più che da un calcolo sull’eventuale utilità. E questo lo si può notare anche in certi animali, che amano i propri piccoli per un certo tempo e da questi sono riamati in modo tale che i loro sentimenti risultano evidenti. Ma ciò è ancor più evidente nell’uomo: prima, per l’affetto tra genitori e figli — un vincolo che non può essere spezzato se non con un crimine orrendo —; poi, quando nasce un sentimento simile, se incontriamo qualcuno con cui sentiamo affinità di carattere e di natura, al punto da riconoscere in lui quasi un riflesso di onestà e virtù.

Nulla infatti è più amabile della virtù, nulla attrae di più all’affetto: anzi, è proprio per la virtù e l’onestà che amiamo in qualche modo anche persone che non abbiamo mai conosciuto. Chi, pur non avendoli mai visti, non ricorda con affetto e stima C. Fabricio e M'. Curio? E chi invece non odia Tarquino il Superbo, Sp. Cassio o Sp. Melio? Quando l’Italia fu contesa tra due comandanti, Pirro e Annibale, verso il primo, per la sua rettitudine, non proviamo sentimenti del tutto ostili; il secondo, invece, per la sua crudeltà, fu sempre odiato dal nostro popolo.

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