Marassi, presunta violenza su diciottenne scatena disordini: il ministero apre un’inchiesta
di E.L.M
Pubblico ministero avvia verifiche, caos dopo presunta violenza su giovane in carcere a Genova

Il ministero della Giustizia ha avviato verifiche sull’episodio avvenuto nel carcere genovese di Marassi, dove un detenuto diciottenne sarebbe stato sequestrato e seviziato per almeno due giorni da quattro compagni di cella. Il caso, ora al centro di un’indagine, ha provocato una rivolta che ha coinvolto circa un centinaio di reclusi.
Indagine - Secondo quanto trapela da fonti interne, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria è al lavoro per chiarire quanto accaduto. La dinamica esatta dell’aggressione e l’identità degli autori non sono ancora state ufficialmente confermate. L’ipotesi di tortura dipenderà dalle dichiarazioni che la giovane vittima renderà oggi all’ospedale San Martino, dove verrà ascoltata dal pubblico ministero incaricato dell’inchiesta. Secondo le prime ricostruzioni, le sevizie sarebbero durate per più giorni e avrebbero coinvolto anche la ripresa degli abusi con dispositivi elettronici.
Isolamento - I quattro presunti responsabili, inizialmente reclusi nella stessa sezione della vittima, sono stati trasferiti e messi in isolamento in strutture penitenziarie fuori dalla Liguria, per ragioni di sicurezza e per garantire il regolare proseguimento delle indagini.
Rivolta - Venuti a conoscenza della vicenda, circa cento detenuti della seconda sezione, hanno inscenato una protesta tentando di raggiungere la prima sezione per “farsi giustizia”. I disordini hanno provocato il ferimento di almeno due agenti penitenziari e numerosi danneggiamenti all’interno del carcere. I rivoltosi sono stati successivamente trasferiti in altri istituti, così come i quattro presunti responsabili.
Carcere - L’inchiesta dovrà chiarire come sia stato possibile che il sequestro sia passato inosservato per due giorni, nonostante il regolamento preveda che i poliziotti penitenziari controllino i detenuti tre volte al giorno, per comprendere se vi siano state eventuali mancanze nei controlli e nella gestione della sicurezza all’interno del reparto in cui era recluso il giovane. In particolare, si punta a verificare come sia stato possibile che il sequestro e le sevizie si siano protratte per giorni senza essere rilevate durante i controlli quotidiani. Al momento, il ministero segue con attenzione l’evolversi della vicenda. Si attendono ulteriori riscontri dalle verifiche in atto, che potrebbero portare a provvedimenti disciplinari e, se confermati i fatti, ad azioni giudiziarie nei confronti dei responsabili.
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