Maltempo: a 12 anni dall'alluvione costata 13 morti torna la paura alle Cinque Terre e in Val di Vara
di Redazione
Sette vittime nella sola Borghetto Vara, morte e devastazione anche a Monterosso e Vernazza
A dodici anni esatti dall'alluvione che travolse Cinque Terre e Val di Vara, seminando morte e distruzione, si ripropone l'incubo. Il 25 ottobre del 2011 morirono tredici persone tra Brugnato, Borghetto Vara, Pignone, Rocchetta Vara, Monterosso, Vernazza e la Lunigiana.
A Borghetto Vara, paese di mille abitanti, i deceduti furono 7: Alemanno Fabiani, 82 anni, e la figlia Paola Fabiani, 52 anni, i coniugi Pietrina Sambuchi e Dante Cozzani, ultraottantenni, l'insegnante spezzina Rita Cozzani, 63 anni, Nicolae Cornelio Hutuleac (35 anni) e l'amico Marian Stefan Turcu (31 anni). A Vernazza persero la vita Sauro Picconcelli 55 anni, titolare del Bazar, Pino Giannoni 70 anni, gelataio, e Giuseppina Carro di 88 anni, ritrovati tra il 10 e il 18 novembre al largo di Saint Tropez dove erano stati trascinati dalle correnti. A Monterosso Sandro Usai fu sommerso dall'onda di fango mentre tentava di salvare alcune persone dalla piena del torrente; il suo corpo venne ritrovato al largo di Punta del Mesco. Due infine le vittime in Lunigiana: Enrica Pavoletti e Claudio Pozzi.
In poche ore erano caduti oltre 500 millimetri di pioggia e in alcuni casi l'acqua aveva raggiunto il livello di 5 metri anche nei centri abitati. Il Magra, il Vara e molti altri torrenti della zona erano usciti dagli argini cancellando strade, ponti e costruzioni nei territori di Ameglia, Beverino, Brugnato, Calice al Cornoviglio, Pignone, Rocchetta Vara, Arcola, Bolano, Follo, Sarzana e Vezzano Ligure. Nelle Cinque Terre i centri storici di Monterosso e Vernazza vennero sommersi dall'acqua piovana. Quasi 1200 le persone sfollate nelle ore immediatamente successive al disastro.
La strage non ebbe colpevoli, venne attribuita soltanto al fato. Dopo otto anni, si sarebbe infatti chiusa con l'archiviazione, disposta dal gip della Spezia, dell'inchiesta aperta a carico di sindaci, funzionari e tecnici. "L'alluvione del 25 ottobre 2011 - scrisse il gip, rifacendosi alla perizia tecnica ordinata nel corso dell'inchiesta - ha rappresentato un evento assolutamente eccezionale e non prevedibile". Ma quella tragedia cambiò la percezione del pericolo meteorologico, aprendo la strada all'istituzione del sistema di allerte. I paesi devastati sono stati rapidamente ricostruiti, così come i sentieri. Ma la memoria dei morti resta come cicatrice.
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