Lo Pinto, va in pensione il direttore sanitario del Galliera

di Eva Perasso

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50 anni di carriera e tanta storia vista dentro all'ospedale: dal Ponte Morandi al recente Covid-19. Il suo racconto a Telenord

Dal 31 luglio Giuliano Lo Pinto, direttore sanitario degli Ospedali Galliera, va ufficialmente in pensione.  Era il 1971 quando si iscrisse a medicina e per la sua formazione entrò al Galliera per la prima volta per andare a vedere le autopsie. Dopo la laurea, Lo Pinto è stato medico dello sport, poi medico di medicina generale, ha lavorato come medico alle carceri per un anno, poi al San Martino prima di approdare al Galliera. 
"Assistente volontario dal novembre 1978, poi il concorso nel 1979 e venni assunto iniziando così il mio lavoro e la mia carriera interna", racconta Lo Pinto a Telenord. Negli ultimi 5 anni il ruolo di direttore sanitario: "Si occupa di tutto. L'igiene, la sicurezza microbiologica, gli approvvigionamenti, il controllo sulle forniture sanitarie, l'organizzazione delle sale operatorie, il buon rapporto tra le persone che lavorano in ospedale, i rapporti col pubblico. I compiti del direttore sanitario sono davvero tanti".

In 5 anni sono diversi i casi da ricordare: quando un albero di 30 metri si abbatté in un reparto, per fortuna arrivando in una cucinetta in quel momento non frequentata. Al Pronto Soccorso crollò un pezzo di cornicione ferendo lievemente una persona e dopo il crollo venne rifatto tutto il cornicione con l'intervento di una gru molto alta con i conseguenti problemi di viabilità".
Fino a due anni fa e al crollo del Morandi: "Ricordo benissimo, due minuti dopo il crollo il 118 ci informa della caduta. In 15 minuti abbiamo rivoluzionato il pronto soccorso, abbiamo richiamato il personale che però è poi arrivato per conto suo e alle 12 eravamo pronti per accogliere i feriti. Alle 12.10 è arrivata una paziente molto grave che per fortuna è riuscita a sopravvivere, sta bene. Abbiamo capito subito dopo che non ci sarebbero state tante persone portate in pronto soccorso perché erano più le vittime", racconta Lo Pinto. 

E poi il Covid, un ricordo vivo per Lo Pinto: "Chi doveva dare il meglio di se stesso nella sua vita tra il personale lo ha dato. Adesso ne stiamo uscendo, siamo a zero pazienti. Da febbraio abbiamo fatto le riunioni del gruppo di crisi e venerdì 31 alle 12,30 faremo spero l'ultimo incontro". 

E il futuro? "Dalla prossima settimana farò ricerca per il Galliera a titolo collaborativo gratuito sull'esito delle cure. Nessuno dice mai cosa succede ai malati: la ripresa del lavoro, delle attività fisiche, degli incontri sociali, tutti elementi che non vengono considerati", racconta in chiusura Giuliano Lo Pinto.