Liguria, tensione crescente dietro le sbarre: agenti aggrediti a Genova e Sanremo
di E.L.M
Nel giro di pochi giorni due episodi violenti contro la Polizia Penitenziaria riaccendono il dibattito sulla sicurezza nei penitenziari liguri
Due episodi di violenza verificatisi a breve distanza l’uno dall’altro nelle case circondariali di Genova Marassi e Sanremo Valle Armea riportano l’attenzione sulla gestione delle strutture detentive in Liguria. A denunciarlo è il principale sindacato autonomo della Polizia Penitenziaria, che chiede un intervento urgente del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
Aggressioni ripetute – A Marassi, un agente in servizio nella sezione di Alta Sicurezza è stato colpito con violenza da un detenuto mentre scendeva le scale. Il poliziotto ha riportato ferite giudicate guaribili in otto giorni. A Sanremo, pochi giorni prima, un altro agente è stato colpito con calci e pugni da un detenuto irritato per il rifiuto di effettuare una telefonata.
Proteste sindacali – Il sindacato ha chiesto la convocazione di un tavolo di confronto a Roma. Il segretario generale ha espresso il pieno sostegno ai colleghi aggrediti e ha denunciato l’assenza di interventi strutturali nel sistema penitenziario: “La tensione nelle carceri liguri è costante. Servono misure concrete, a partire dalla revisione del regime custodiale aperto”.
Condizioni critiche – Secondo il sindacato, l’attuale modello di sorveglianza, unito alla carenza di personale e all’assenza di un Provveditorato regionale in Liguria, contribuisce al moltiplicarsi di episodi critici. La gestione penitenziaria ligure dipende infatti dal Piemonte dal 2014, decisione giudicata fallimentare.
Proposte operative – Tra le soluzioni avanzate, oltre a un ripensamento della struttura organizzativa, vi è la richiesta di dotare la Polizia Penitenziaria del taser e l’avvio di programmi lavorativi estesi per i detenuti. “Un detenuto che lavora ha meno possibilità di commettere reati al termine della pena”, sottolinea il segretario nazionale, che ricorda come ciò comporterebbe benefici anche economici per lo Stato.
Visione sistemica – Il sindacato sottolinea che l’attuale clima emergenziale non riguarda solo la Liguria ma si estende a molti istituti del Paese. “Non è l’affettività in carcere la priorità del momento – conclude – ma il ripristino delle condizioni minime di sicurezza per chi vi lavora ogni giorno”.
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