Liguria, sanità, Pastorino (Linea condivisa): "Toti non può più nascondere il buco di bilancio"

di Redazione

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Oggi in Consiglio si discute prima variazione a documento economico della Regione

Liguria, sanità, Pastorino (Linea condivisa): "Toti non può più nascondere il buco di bilancio"

"Avete fallito nei modelli organizzativi, avete fatto un buco di 63 milioni e lo ripianate con una manovra di bilancio e poi chiedete di certificare il buco". Così Gianni Pastorino (Linea Condivisa) sulla variazione al bilancio di previsione della Regione Liguria per gli anni finanziari 2024-2026.

"Una manovra che certifica il fallimento della politica sanitaria della nostra regione, tutta responsabilità della Giunta Toti - commenta Pastorino - Dopo otto anni di governo, ora il presidente Toti non si può più lamentare e scaricare le responsabilità sulle precedenti amministrazioni. La Giunta Toti ha sempre negato la presenza di un buco di bilancio, quello stesso buco creato dalla malagestione del centrodestra. Ora non si può più nascondere la polvere sotto al tappeto, lo vediamo con l'annuncio di un investimento di 450 mila euro per l'analisi e il riordino dei conti che, affidandosi a società private di consulenza, certifica queste mancanze".

"Nella regione con il più grande numero di strutture (quattro aziende ospedaliere, cinque Asl, Alisa e Assessorato) - prosegue Pastorino - verranno distolti 35 milioni di fondi dai servizi sanitari per coprire questo buco. Tutto questo mentre Toti non si vergogna a dare continuamente soldi ai privati, anche nei casi della cardiochirurgia, nonostante non risultino esserci liste di attesa. Qualcuno potrebbe dire che la Giunta Toti agisca senza una logica ma una logica, purtroppo, c'è: incentivare una risposta privata che sempre meno sarà retta dal pubblico e che sempre più ricadrà sulle tasche dei cittadini e delle cittadine liguri, incrementare una rivalità tra strutture che produrrà una corsa al ribasso sulla qualità delle prestazioni sanitari. Tutto questo sulle spalle delle categorie più fragili, le fasce di popolazione più povera, persone disabili o chi ha malattie croniche - ha concluso -, tutte persone abbandonate in un mercato sanitario selvaggio, quello privato, che va avanti a costo della loro pelle".