Liguria prigioniera delle autostrade
di Paolo Lingua
La messa a punto delle autostrade della Liguria è una vicenda senza fine. Ogni settimana – da due mesi a questa parte – si annuncia la fine dei controlli e del completamento dei lavori di manutenzione. Poi si scoprono nuovi limiti e nuovi punti dolenti e si prolunga il ritorno alla normalità. A tutt’oggi, a quel che sembra, dovremmo essere alla fine degli impegni attorno0 a Ferragosto, ma è meglio essere prudenti. E’ molto probabile che si arriverà alla fine degli infiniti interventi a settembre. Il che vuol dire, in parole povere, si si arriverà alla normalità del traffico quando sarà finita la stagione turistica e delle vacanze. La stagione turistica in Liguria (e non solo in Liguria) era prevista e si sta verificando assai negativa. Alla fine di settembre, quando sarà possibile tirare le somme, è prevedibile che la valutazione del giro di affari e di presenze si avvicinerà a un calo del 50% della media ordinaria. Al di là delle preoccupazioni per il coronavirus di cui si teme una ripresa, anche la difficoltà di movimento e di trasferimenti avrà il suo peso non trascurabile. Non sappiamo ancora, perché le polemiche istituzionali (Stato, Regioni, Aspi) e le minacce di ricorsi e di richieste di rimborsi per danni veri e presunti si inseguono e si intrecciano, quali saranno gli esiti.
Non va dimenticato che una parte delle polemiche e delle accuse e controaccuse sono legate alla campagna elettorale con scambi di accuse tra gli schieramenti. E la Liguria è forse la regione più al centro di tutte le accuse e controaccuse perché il 20 e il 21 si voterà proprio per il rinnovo della Regione. Considerato che la regione ha una maggioranza uscente di centrodestra, gli attacchi al governo (retto dal centrosinistra) sono scontati, mentre l’opposizione di centrosinistra ritiene responsabile la giunta regionale di ritardi e lentezze. La guerriglia non finisce mai e si concluderà alla vigilia del voto: questo è scontato. Ma il discorso è più complesso. In effetti a partire da maggio l’Aspi ha iniziato una serie di controlli e di messe a punto su tutti i percorsi autostradali del territorio: da Genova a Ventimiglia, da Genova a Ovada, da Genova alla Spezia, lungo la vecchia Camionale. E’ probabile che la società che da sempre ha la concessione autostradale, per bloccare azioni di richiesta danni (collegate alla complessa pratica di revoca della concessione aperta dopo il crollo dell’ex Ponte Morandi) da parte del governo, ha fatto decollare le azioni di controllo e di rimessa a punto di percorsi e , in articolare, delle gallerie che hanno dimostrato gravi segni di mancata manutenzione. E’ probabile che Aspi temesse nuovi danni e nuovi problemi operativi con possibili incidenti . E’ così andata avanti a testa bassa a 360° al di là delle problematiche suscitate sia sul traffico ordinario, sia su quella parte di movimentazione in potenziale crescendo per via della stagione delle vacanze.
La Liguria si è così trasformata in una sorta di isola irraggiungibile, con chilometri e chilometri di code lungo gallerie bloccate e da percorsi a una sola corsia. Anche dopo il ripristino del ponte, oggi Genova San Giorgio, non si è tornati alla normalità. Sulla vecchia Camionale sino a Ferragosto si potrà entrare nel percorso solo dal casello di Bolzaneto e poi si vedranno le possibili conseguenze. Ma considerato che nella seconda metà di agosto si avranno i sia pur modesti picchi di presenze turistiche la situazione tornerà alla normalità (si spera) sono dopo il voto della fine di settembre, quando anche ci saranno assesti politici definiti per il prossimi cinque anni e si capirà, alla fine dopo infiniti rinvii, quale sarà il rapporto definitivo sullo stato delle concessioni autostradali e il nuovo equilibrio azionario dell’ente di gestione. La Liguria, comunque, avrà pagato un prezzo molto duro. C’è da sperare in un recupero di investimenti quando saranno disponibili i fondi europei del cosiddetto “Recovery Found”. Sarà un rimborso per i danni subiti più che giusto e giustificato.
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