Liguria, potenziate le strutture protette per liberare posti letto negli ospedali
di Alessandro Gardella
La struttura di Viale Cembrano a Genova passa da 50 a 65 posti letto disponibili e una nuova struttura sorgerà nel ponente ligure

Il potenziamento della struttura già operativa a Genova e l'attivazione di un'ulteriore struttura residenziale nel ponente ligure dedicata alla degenza protetta di pazienti positivi al Covid-19 che, una volta superata la fase acuta di ricovero ospedaliero, abbiano bisogno di ulteriore assistenza prima del rientro al proprio domicilio. Lo prevede l'ordinanza firmata dal presidente e assessore alla Sanità Giovanni Toti. Sarà Alisa a fornire disposizioni alle aziende ed enti del Servizio sanitario regionale per l'attivazione di cosiddette 'Aree sanitarie temporanee' (Ast). In particolare, viene potenziata la struttura già operativa di Viale Cembrano a Genova, che passa da 50 a 65 posti letto disponibili con l'assistenza infermieristica e la presenza del direttore sanitario, mentre è in fase di individuazione entro i prossimi giorni un'analoga struttura nel ponente ligure, che sarà utilizzata sia dalla Asl2 che dalla Asl1.
"Queste strutture sono state fondamentali durante la prima fase dell'emergenza sanitaria - ricorda il presidente Toti - e sono funzionali al raggiungimento di due obiettivi: il primo è garantire ai pazienti ancora positivi, soprattutto le persone non autosufficienti, l'assistenza di cui hanno bisogno una volta dimessi dall'ospedale dopo aver superato la fase acuta della malattia. Il secondo è quello di assicurare da un lato un turn over adeguato dei posti letto covid dimettendo chi può essere dimesso e, dall'altro, la disponibilità dei posti letto funzionali alla ripartenza del nostro sistema sanitario, che sta tornando alla normalità, riprogrammando tutte le prestazioni rimaste sospese durante la fase più difficile dell'emergenza sanitaria. Il Piano Restart è in fase di attuazione: stiamo riprogrammando interventi chirurgici, esami, accertamenti per cui i cittadini non possono aspettare oltre. Per questo è indispensabile garantire la disponibilità di posti letto anche per le altre patologie, che non siano il Covid-19, dimettendo chi non ha più bisogno di cure ospedaliere ma assicurando, al contempo - conclude - un'assistenza qualificata per i soggetti più fragili".
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