Liguria, osservatorio sulle periferie, Traverso (Siap): "Buona idea, ma senza atti concreti sarà un'altra scatola vuota"

di Stefano Rissetto

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"Assenti forze di polizia e sindacati. Le periferie non si salvano con le analisi, servono interventi reali”

Liguria, osservatorio sulle periferie, Traverso (Siap): "Buona idea, ma senza atti concreti sarà un'altra scatola vuota"

È stato ufficialmente insediato martedì 15 luglio, presso la Prefettura di Genova, l’Osservatorio regionale sulle periferie della Liguria, strumento previsto dal cosiddetto Decreto Caivano per monitorare e affrontare le criticità dei quartieri più fragili del territorio. Un passaggio istituzionale importante, ma non privo di ombre. A sollevare dubbi e perplessità è il Siap Liguria, Sindacato Italiano Appartenenti Polizia, che con una nota del segretario Roberto Traverso denuncia l’assenza dal tavolo di chi, quotidianamente, opera sul campo per garantire la sicurezza dei cittadini.

"Quando si istituisce un Osservatorio – afferma Traverso – è fondamentale che lo strumento non si limiti a raccogliere dati o a produrre analisi. Serve visione, concretezza, azioni immediate e, soprattutto, il coinvolgimento di tutti gli attori sul territorio, a partire dalle forze dell’ordine.”

Il Siap evidenzia come tra i partecipanti all’Osservatorio non risultino né i Questori delle quattro province liguri né i sindacati di polizia, un’esclusione giudicata “inspiegabile” proprio in virtù del ruolo centrale della sicurezza urbana nelle aree periferiche.

“Parliamo di contesti dove devianza minorile, criminalità e disagio sociale si intrecciano ogni giorno con il lavoro delle Forze dell’Ordine – prosegue Traverso – spesso lasciate sole ad affrontare situazioni complesse, in assenza di una rete istituzionale forte e realmente operativa.”

Durante la riunione sono stati annunciati tavoli tematici su disagio giovanile, sicurezza, inclusione, fragilità sociali e lavoro. Un segnale incoraggiante, secondo il Siap, ma che rischia di restare fine a se stesso se non supportato da interventi concreti e da una reale cabina di regia operativa.

Chi garantirà che questi tavoli si trasformino in azioni vere? Chi ascolterà le voci di chi vive ogni giorno le periferie in divisa?”, chiede polemicamente il sindacato.

Traverso sottolinea la necessità di un intervento differenziato per ogni provincia – Genova, Imperia, Savona e La Spezia – a partire dalle esigenze specifiche dei territori. Ma il punto, secondo il Siap, è uno solo: senza la piena partecipazione degli operatori della sicurezza, l’Osservatorio rischia di diventare l’ennesimo contenitore vuoto.

“Il degrado urbano è terreno fertile per lo spaccio, il reclutamento di minori da parte di gruppi criminali, le estorsioni, e l’espansione silenziosa della criminalità organizzata, anche in forme meno visibili.”

Per il sindacato, le periferie lasciate senza servizi e senza progettualità diventano terreno di conquista per mafie e gang, che offrono risposte devianti in assenza di alternative reali.

La visione proposta dal Siap è chiara: la sicurezza urbana non si garantisce solo con pattuglie, ma con una strategia strutturata e continuativa che metta insieme prevenzione, contrasto alla criminalità e recupero sociale. Un vero patto per le periferie, che coinvolga enti locali, scuole, servizi sociali, associazioni e forze dell’ordine.

“Non slogan, ma protocolli, investimenti e responsabilità condivise. I dati servono, ma ora servono soprattutto risposte.” Traverso lancia infine un appello anche al Comune di Genova, invitandolo a passare dalle parole ai fatti: “Le periferie non hanno bisogno di nuove analisi, ma di presenza dello Stato, opportunità e sicurezza vera.”



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