Liguria, oltre un milione di euro per il reinserimento dei detenuti

di steris

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Programma concordato tra il guardasigilli Nordio e il governatore Bucci

Liguria, oltre un milione di euro per il reinserimento dei detenuti

Un nuovo passo verso una giustizia più inclusiva arriva dalla Liguria: il Ministero della Giustizia ha stanziato oltre 1 milione di euro per avviare progetti di reinserimento socio-lavorativo dedicati a persone sottoposte a misure penali esterne o in uscita dagli istituti penitenziari della regione.

L'iniziativa rientra nel piano nazionale “Una Giustizia più Inclusiva”, parte del Programma “Inclusione e lotta alla povertà 2021-2027”, e prevede una serie di azioni concrete finalizzate a rompere il ciclo della recidiva e offrire nuove opportunità a chi ha scontato una pena.

Il progetto è stato sviluppato grazie alla collaborazione tra il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, il Presidente della Regione Liguria Marco Bucci, e la Direzione generale per il coordinamento delle politiche di coesione del Ministero, guidata da Gabriella De Stradis.

Formazione, lavoro e accoglienza: gli assi dell’intervento - Le risorse saranno impiegate su più fronti. In particolare:

Orientamento e formazione professionale: verranno avviati percorsi per accompagnare i detenuti verso il mondo del lavoro, attraverso corsi, laboratori e tirocini.

Housing sociale temporaneo: sarà attivata una rete di residenze assistite per ospitare, anche solo per brevi periodi, i beneficiari dei programmi che non dispongono di una sistemazione abitativa. Questo permetterà loro di accedere a misure alternative alla detenzione.

Riqualificazione degli spazi trattamentali: parte del finanziamento sarà destinata al miglioramento delle strutture esistenti all’interno o all’esterno degli istituti penitenziari, dove si svolgono attività formative, di supporto e reinserimento.

 

Un modello di rete sul territorio - Il piano punta alla costruzione di un sistema integrato di interventi, in grado di coinvolgere istituzioni, enti del terzo settore e realtà locali. L’obiettivo è attivare una rete capillare di supporto che accompagni il detenuto anche dopo l’uscita dal carcere, rendendo effettivo il diritto al reinserimento. “Si tratta di un investimento importante nella sicurezza e nella coesione sociale – spiegano dal Ministero – perché il reinserimento è lo strumento più efficace per prevenire nuove devianze”.

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