Liguria, cinghiali: botta e risposta tra animalisti di Osa e vicepresidente Piana
di Stefano Rissetto
L’Osservatorio Savonese Animalista e il Partito Animalista Italiano chiedono nuove politiche per i cinghiali, l’assessore respinge le accuse
Il dibattito sulla gestione dei cinghiali a Savona entra nel vivo, con una petizione lanciata dall'Osservatorio Savonese Animalista (OSA) e dal Partito Animalista Italiano (PAI) contro l'uccisione degli ungulati catturati in città. L’obiettivo è promuovere un trattamento più umano degli animali, proponendo il trasferimento degli esemplari in aree boschive adatte, evitando l’uso di zone destinate all’addestramento dei cani da caccia. Pronta la replica di Alessandro Piana, vicepresidente della giunta regionale e assessore competente.
Petizione - Il PAI e l’OSA hanno avviato una raccolta firme per chiedere al sindaco di Savona, Marco Russo, di rivedere la politica di gestione dei cinghiali in città. La proposta mira a fermare l’uccisione degli animali e a favorire il loro trasferimento in ambienti naturali, lontano dalle aree urbane. “I cinghiali fanno parte del nostro ecosistema e non devono essere uccisi. Proponiamo una gestione ecologica e rispettosa”, spiegano le due associazioni, sottolineando che la soluzione non deve includere metodi cruente, ma piuttosto il reintegro in habitat naturali idonei.
OSA e PAI e ribadiscono la loro posizione: “Il trasferimento dei cinghiali non è una ‘immissione’, ma una reintroduzione in ambienti naturali dove l'animale appartiene”, affermano. Le associazioni denunciano l'incoerenza di una legge che, secondo loro, favorirebbe indirettamente l’attività venatoria. “La verità è che non è una questione di ecologia, ma di politiche favorevoli alla caccia”, accusa l’OSA. L’attenzione, infatti, è focalizzata sulla protezione dell’ambiente e degli animali, rifiutando le pratiche violente.
La replica - “In merito alle gravi accuse mosse nei miei confronti dal Pai e dall’Osa sulla gestione dei cinghiali in Liguria, voglio anzitutto sottolineare che la normativa che regola la gestione dei cinghiali ha come obiettivo primario la tutela dell’ambiente e la soluzione di problematiche legate all’invasione delle aree urbane degli ungulati che possono causare danni all’agricoltura, incidenti stradali e rischi sanitari".
"Respingiamo la discutibile insinuazione che io stia favorendo i cacciatori o che sia responsabile di attività contrarie al benessere animale. C’è una legge nazionale, nata a seguito della peste suina per esigenze sanitarie e per tutelare l’economia del comparto suinicolo e gli imprenditori, che vieta le ‘immissioni’ di cinghiali nei boschi".
"È poi d’obbligo ricordare che il trasferimento dei cinghiali catturati in città verso aree boschive non è consentito dalla normativa vigente, sia per motivi di tutela dell’ecosistema, sia per prevenire ulteriori problemi di sovrappopolazione e di interazioni problematiche con le attività agricole. Le decisioni prese sono state dettate dall’esigenza e dalla volontà di tutelare al meglio il territorio e i cittadini. Sono sempre stato disponibile a un confronto costruttivo con le associazioni per affrontare il problema con trasparenza e senso di responsabilità, come sono certo farà per il futuro anche il consigliere delegato alla Caccia, Alessio Piana”.
Prospettive - Il dibattito sulle politiche di gestione dei cinghiali a Savona è lontano dal concludersi. Le associazioni animaliste, con la loro petizione, puntano a sensibilizzare la cittadinanza e le istituzioni, chiedendo un approccio più ecologico e umano. Dall’altra parte, l’assessore Piana difende la legge attuale come necessaria per il benessere del territorio e dei cittadini.
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