Liceo Pertini, 26mila euro di danni per l’occupazione: studenti obbligati a risarcire, in aula il 6 dicembre

di Emilie Lara Mougenot

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Dopo l’occupazione di aprile, il liceo Pertini di Genova chiede agli studenti responsabili di pagare i danni. Il totale ammonta a 26.264,03 euro.

Gli studenti del liceo Pertini di Genova dovranno pagare oltre 26mila euro per i danni causati durante l’occupazione dello scorso aprile. La cifra è stata calcolata dall’ente Città Metropolitana e copre porte di sanitari, muri imbrattati, maniglioni antipanico, arredi scolastici, attrezzature sportive e distributori automatici. Il preside Alessandro Cavanna ha difeso la decisione: “Gli studenti hanno fatto i danneggiamenti, e gli studenti dovranno pagare i danni”.

Danni e responsabilità - Una prima valutazione dei danni è stata effettuata da periti e il risarcimento è considerato un atto necessario. Gli studenti identificati come responsabili dell’occupazione hanno ricevuto raccomandate con l’importo da pagare, ripartito in modo variabile. Alcuni hanno definito le cifre richieste “incomprensibili”. Tutti loro dovranno presentarsi presso il tribunale dei minorenni il 6 dicembre prossimo per rispondere degli addebiti a loro carico. 

Motivazioni dell’occupazione - La protesta degli studenti verteva su varie tematiche, tra cui la solidarietà alla popolazione palestinese, critiche al progetto ministeriale contro il bullismo “Sentinelle in classe” e contrarietà al sistema di alternanza scuola-lavoro. Le manifestazioni avevano incluso proteste contro la presenza della polizia per una lezione di orientamento.

La replica del Collettivo - Il Collettivo Pertini ha criticato la decisione della scuola, sottolineando che nessun altro istituto genovese avrebbe preso misure simili dopo le occupazioni dello scorso anno. Il dirigente è stato aperto al dialogo, ma ora le famiglie devono affrontare costi elevati in tempi brevi.

La procedura - La richiesta di risarcimento è stata notificata agli studenti con l’avviso di pagamento entro 30 giorni. La questione, ha detto il preside, potrebbe proseguire sotto la gestione dell’Avvocatura dello Stato. I genitori si sono anche loro rivolti a un avvocato comune.