Le incertezze sul futuro della Carige
di Paolo Lingua
L’ex presidente della banca Carige di Genova Giovanni Berneschi ha patteggiato oggi con la Procura di Milano 2 anni e 10 mesi di reclusione e un sequestro di oltre 20 milioni di euro. In prat8ica non andrà in carce5re, data l’età (ha quasi 85 anni) e andrà a chiudere una complessa vicenda giudiziaria nata una decina d’anni fa e che ha portato la pratica dai tribunali di Genova a quelli di Milano. In pratica si andrà, dopo oltre dieci anni di vicenda giudiziaria, verso una chiusura non solo dei fatti ma anche della memoria della complessa vicenda, anche perché dopo le contrastate posizioni che hanno dato vita alla prima fase di azioni giudiziarie che hanno sconvolto la storica leadership finanziaria della Liguria, la Cassa di Risparmi ha altri e più gravi problemi da affrontare. La questione che riguarda Berneschi, sia pure con tutta la sua importanza, fa parte ormai d’un passato che ha chiuso la sua storia. Una vicenda storica che , emblematicamente, ha avuto la sua fine con il 1995, quando è morto, proprio nella sede della Carige, il presidente Gianni Dagnino, gestore diplomatica ed equilibrato d’un istituto di credito che aveva, in chiave economica e politica, la leadership della Liguria.
Berneschi, a modo suo, aveva cercato per oltre un decennio, di gestire quella che era stato il ruolo della banca, ma non aveva più a che fare con una controparte che avesse il peso della Liguria gestita dalla Dc, con il concorso dei partiti alleati del centrosinistra. Ma la banca chiuse un ciclo politico ed economico che si identificava con la cosiddetta “prima repubblica” e con un sistema di rapporti di potere che ormai era definitivamente declinato. La vicenda giudiziaria legata alla leadership di Berneschi, passata dalla magistratura ligure a quella lombarda, trova ora la sua conclusione, quantomeno per quel che riguarda l’ultimo leader storico della banca e di quanti altri sono stati coinvolti nella complica questione dell’ultima fase della sua storia. Ma la questione giudiziaria che coinvolge Berneschi è ormai fuori dalle problematiche, per molti aspetti assai più complesse, che ormai coinvolgono quello che sarà il futuro dell’istituto di credito ligure. Infatti, al di là di prese di posizione degli attuali vertici o delle dichiarazioni di sindacati e di altre realtà che vorrebbero una conclusione positiva della difficile storia degli ultimi anni della banca, occorre riflettere sulla situazione attuale.
La Carige, pur avendo tagliato spese di personale e di eccesso di filiali e pur avendo in parte risolto le questioni attinenti ai crediti deteriorati, resta in posizione di stallo perché sulla banca, con particolare riferimento alle gestioni precedenti a quella attuale, pesano importanti e delicate azioni giudiziarie. C’è il pesante ricorso del gruppo Malacalza, sia a livello europeo, sia al livello del tribunale di Genova per gravi danni subiti per le scelte dei commissari (Il gruppo è sceso di fatto dal 27% sino al circa il 2% del pacchetto azio0nario), mentre incombe ancora un procedimento penale a carico dell’ex ad Fiorentino presso la procura di Milano. Le cause dovrebbero trovare uno sbocco alle prime fasi tra l’autunno e 9i primi mesi del 2022. Il che significa che sarà difficile trovare uno sbocco all’attuale situazione della Carige che difficilmente troverà un gruppo o una banca acquirente sino a che le questioni in corso non troveranno uno sbocco e una soluzione. Tanto è vero che una certa cautela e un certo silenzio circondano in queste settimane la banca, nonostante dichiarazioni in qualche maniera ottimistiche emergano in questi giorni dai vertici dell’istituto.
La questione della Carige, per molti aspetti, è uno dei tanti nodi da sciogliere dell’economia del territorio, in un momento di transizione assai delicato, mentre si aspettano tante risposte per quel che riguarda industria, porto ne infrastrutture e, in particolare, si cerca di capire, nel mondo della piccola industria e dell’artigianato, per non parlare del piccolo commercio, quali potranno essere le strade della ripresa, nel momento in cui sarà considerata sconfitta la pandemia. Al di là delle questioni specifiche di carattere giudiziario che hanno un loro percorso autonomo, gli interrogativi di carattere economico sollevano dubbi e incertezze.
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