Le festività all’insegna dei vaccini e del “green pass”
di Paolo Lingua
Da domani a Genova, nelle strade più affollate e collegate all’acquisto dei dono natalizi, sarà obbligatorio indossare la mascherina. Non sarà semplice il sistema di controllo che si estenderà a locali chiusi, ristoranti e bar, ma si punterà , anche se la Liguria, come pare, resterà zona bianca, a un controllo più serrato , incrementando i divieti per chi insisterà a non volersi vaccinare. Anche se, di fronte all’inasprirsi dei divieti e alle sospensioni dal lavoro senza stipendio, molte decine di “no vax” stanno optando per la vaccinazione.
L’Italia, come si è constatato, grazie alla severità della sua disciplina, è forse lo Sato europeo nelle migliori condizioni , ma non deve cedere rispetto alle pressioni di enti locali e di imprese che temono crisi nel periodo natalizio. E’ certamente giusto e corretto cercare di salvare Natale e Capodanno , le due festività più importanti e che hanno le maggiori richieste commerciali. Al tempo stesso è determinante evitare tutte le conseguenze dei rischi di assembramento. Di qui l’obbligo del “green Pass” per i locali al chiuso solo per chi è in grado di dimostrare la massima sicurezza per sé e per gli altri presenti.
Da domani, per decisione del sindaco Marco Bucci dovrebbe decollare il “green pass” più severo che autorizzerà solo per i vaccinati le presenze al chiuso e certi passaggi sui mezzi pubblici dove si verificheranno verifiche e controlli saltuari, ma certamente severi per le conseguenze. Non si escludono regole più severe se la situazione della diffusione dei contagi dovesse aumentare sino a limi di preoccupazione collettiva. Le preoccupazioni del governo e delle amministrazioni locali riguardano in particolare tutto quanto attiene alla ripresa economica e produttiva e anche tutti i rischi legati alla ripresa turistica già messa in crisi dai divieti di transito che riguardano tutti coloro che vengono dall’Africa meridionale e a rischio della variante “omicron” che pure non pare particolarmente grave, almeno sulla base delle prime analisi.
Intanto ci sarà, come annunciato, l’obbligo delle mascherine per le strade del centro e per quelle dove sarà previsto il maggior assembramento per gli acquisti natalizi. Poi ci sarà il decollo di vaccinazione per i bambini dai 5 anni in su, con le dosi calibrate di farmaco. Una decisione che viene dopo le analisi dei vertici sanitari. In pratica, come si è già premesso, avremo un Natale “sotto controllo”, anche in Liguria, regione che dovrebbe restare, sulla base di tutte le percentuali riscontate, sempre in “zona bianca”. Le Liguria è in buone condizioni, anche dal punto di vista dei ricoveri. Semmai ha qualche problema per quel che riguarda la provincie di Ponente, Imperia e Savona, certamente più condizionate dalla forte incidenza di infezioni che riguarda la Francia e in particolare la provincia nizzarda di confine. I punti cruciali, al di là del passaggio di Natale, riguardano semmai i giorni del Capodanno, quando gli assembramenti potrebbero creare maggiori preoccupazioni, tanto è vero che non mancano, in questi giorni, apprensioni per le cene non solo familiari, ma anche di associazioni e di categorie in parte già ann8unciate e che si potranno realizzare soltanto con il massimo rigore e controllo.
Non sono escluse reazioni da parte dei “no vax”, anche se le loro posizioni restano sempre più isolate e sempre meno oggetto di raccolta di assensi. Infatti, ci sono forti componenti di “no vax” che di fronte all’incremento dei contagi stanno cambiando opinione. Ormai i colpiti dalla pandemia e i la quasi assoluta maggioranza dei ricoverati in terapia intensiva sono dei non vaccinati e i pochi vaccinati sono solo soggetti che hanno gravi condizioni di salute assai gravi. Lo spazio per i negazionismo si fa, a tutti i livelli, sempre più stretto. Non si arriverà forse all’obbligo vaccinale per legge, pure auspicato a livello europeo, ma ormai gli spazi si fanno sempre più ristretti., Non esiste una terapia assoluta, ma ormai si comprende che solo il vaccino può restringere gli spazi dei contagi e portare al ridimensionamento della pandemia.
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