Le criticità dell'economia della Liguria
di Paolo Lingua
Ma della vicenda della ex-Ilva, da due anni acquisita dalla multinazionale Arcelor Mittal, chi capisce qualcosa? E’ stato un acquisto effettuato nella prospettiva d’un previsto ridimensionamento, oppure la crisi economica ha modificato le strategie del gruppo siderurgico? E i diversi governi che si sono succeduti, in particolare l’attuale, ci hanno capito qualcosa oppure avevano solo fretta di sbarazzarsi d’una azienda che implicava anche pesanti problemi del passato, legati alle questioni di grave inquinamento ambientale localizzato soprattutto a Taranto? E ora che cosa accadrà?
Il gruppo Arcelor Mittal resterà a gestire la più importante impresa siderurgica italiana (e una delle maggiori d’Europa, anche per l’eccellenza della sua capacità produttiva)? Oppure ci sarà una sorta di statalizzazione di fatto? Oppure potranno subentrare con pacchetti azionari diversificati altre imprese private? Sono tutti punti interrogativi appesi nel vuoto perché mentre le confederazioni sindacali dei metalmeccanici puntano, per ora, a difendere i posti di lavoro sulla carta e i rinvii di mesi e mesi di casse integrazioni alternate e articolate, ma non nascondono le loro preoccupazioni per un futuro che si potrà schiuder nel giro di un anno o al massimo di due, non si comprende la strategia dell’azienda di gestione. Non solo: non si capisce la linea del governo. Punta a salvare l’azienda in qualunque modo oppure aspetta soluzioni esterne, puntando a guadagnare tempo, considerando la non semplice situazione politica?
Ancora una volta, anche se nessuno a livello di partiti vuole parlare esplicitamente, le posizioni non sono chiare. Si sa che il Pd, anche per tradizione politica e strategica, sarebbe favorevole a salvare l’azienda e a mantenere i posti di lavoro, già pesantemente tagliati nel corso degli anni. Ma si sa anche che ci sono, a livello della Puglia in particolare, e soprattutto da parte del M5s, forti spinte per un impegno molto forte per affrontare le questioni di inquinamento ambientale con punte di pensiero che vorrebbero addirittura arrivare alla chiusura dell’azienda. Diciamo la verità: c’è alle spalle di quanto si dice e di quanto si enuncia ufficialmente una ampia nebulosa dove le scelte sono contraddittorie dove si mescolano come sempre velleità e sogni confusi. Lo Stato non dispone dei mezzi per rimettere insieme la siderurgia?
Difficile capirlo anche perché, sul piano economico, il governo naviga in un mare in tempesta. La situazione più critica è ovviamente nello stabilimento di Taranto, ma anche nelle sedi ormai succursali non mancano i problemi. Vale per Novi Ligure e vale in particolare per Genova dove non esistono più strutture produttive inquinanti perchè si lavora solo “a freddo” prodotti di cui c’è forte richiesta sul mercato. A Genova non restano che un migliaio o poco più di dipendenti, comunque una realtà non trascurabile che occupano un territorio strategico nel settore industriale della città. Ma l’azienda di Genova ha collegamenti con altre piccole imprese locali e altri spazi di interesse economico. Non merita, il discorso è economico e non moralistico, un trattamento al quale è stata sottoposta in questi anni. La tensione sindacale è molto forte, anche perché l’area industriale del ponente genovese è da sempre oggetto di discussioni e di possibili strategie alternative, perché non è neppure chiaro se resterà in zona la parte che resta della Piaggio Aero, azienda che è in via di salvataggio ma che ha attraversato molti anni di crisi.
Ci sono, in particolare per la Liguria, molte questioni che si intrecciano e non tutte positivamente : depositi petroliferi, Erzelli, Leonardo, oltre che la Piaggio e la ex Ilva. E’ una vicenda industriale che è l’erede d’un passato imponente e del quale restano le briciole. Nello stesso tempo le vicende dello sviluppo portuale si incrociano con il recupero di spazi del territorio (basta pensare al ribaltamento a mare della Fincantieri). Ma da parte del mondo imprenditoriale e del mondo politico non emergono idee chiare e non ci sono scatti di coraggio e di impegno.
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