La Spezia, sindacati in protesta: timori per ipotesi cessione 'Sistemi Difesa Leonardo'

di Edoardo Cozza

1 min, 23 sec

Cgil, Cisl e Uil convocano un'assemblea di lavoratori diretti e dell'indotto per discutere del sito produttivo ex Oto Melara: 1500 persone coinvolte

La Spezia, sindacati in protesta: timori per ipotesi cessione 'Sistemi Difesa Leonardo'

Sull'argomento della cessione della 'Sistemi Difesa Leonardo' è stata convocata per domani dalle segreterie territoriali della Spezia di Cgil, Cisl e Uil un'assemblea dei lavoratori diretti e dell'indotto per discutere sul futuro del sito produttivo, ex Oto Melara, che alla Spezia conta oltre 1500 persone al lavoro. Fim, Fiom e Uilm della Spezia hanno proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori dell'azienda.

"Ormai da mesi continua a essere riportata la notizia di un interessamento di Fincantieri all'acquisizione della B.U. Sistemi Difesa di Leonardo - si legge in una nota -. Negli ultimi giorni è apparsa la notizia he nella cessione potrebbero entrare in gioco anche altre realtà industriali europee, confermando le indiscrezioni che ultimamente stavano circolando. La cessione ad aziende europee del comparto significherebbe la perdita per il nostro Paese di un settore altamente strategico, tra i principali fornitori della Difesa. Cedere un patrimonio tecnologico e strategico - proseguono i sindacati - comporterebbe la perdita dell'autonomia italiana nel settore difesa, dipendendo completamente da fornitori esteri".

Ma la preoccupazione è anche sul fatto che le aziende estere operano "solamente nel settore terrestre", e ciò potrebbe creare forte incertezze per i settori "Navale, Underwater e Munizionamento e per gli stabilimenti di Brescia, Livorno e Pozzuoli oltre a quello della Spezia". Le segreterie territoriali di Fim, Fiom e Uilm della Spezia, insieme alle Rsa spezzine, temono che una "possibile acquisizione comporti lo spacchettamento delle attività con un conseguente danno irreversibile per la nostra azienda. La Bu Sdi deve rimanere italiana, ci opporremo a ogni ipotesi di cessione ad aziende estere". No allo spacchettamento e mantenimento dei 4 siti con i livelli occupazionali e le attività presenti rappresentano le richieste.