La Spezia: detenuto tenta di strangolare infermiera
di Redazione
Solo la prontezza della donna e l'intervento degli agenti di polizia penitenziaria presenti hanno scongiurato il peggio

Un detenuto con problemi psichiatrici ha tentato di strangolare un'infermiera del carcere della Spezia. La donna con prontezza è riuscita a sfuggire alla stretta delle mani al collo, grazie anche all'intervento degli agenti di polizia penitenziaria presenti.
A segnalare l'episodio è Vincenzo Tristaino, segretario regionale per la Liguria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “L'aggressore, giunto dal carcere di Aosta a metà luglio, resosi già responsabile in altri penitenziari di aggressione ai danni di operatori e danneggiamento, nel pomeriggio di ieri intorno si recava in infermeria pretendendo una crema per una cicatrice al collo. Giustamente, l'infermiera di turno rispondeva che la crema l'aveva già, avendogliela il personale del carcere già consegnata in precedenza: al diniego, l’uomo gli metteva le mani al collo stringendo sempre di più. Solo grazie alla prontezza della stessa infermiera, che riusciva a divincolarsi, ed al personale di Polizia penitenziaria presente si evitava il peggio”.
Sull'episodio interviene Stefania Pucciarelli, senatrice della Lega: “Secondo la denuncia del Sappe un’infermiera è stata aggredita nel carcere della Spezia da un detenuto che le ha messo le mani al collo. Un fatto di una gravità assoluta, intollerabile, contro personale che svolge quotidianamente un lavoro cruciale ed importante. La mia vicinanza all’infermiera aggredita che è riuscita a divincolarsi grazie alla prontezza di riflessi e grazie all’intervento del personale di Polizia Penitenziaria. Il problema del sovraffollamento nelle carceri è un tema che riguarda anche quello spezzino. La necessità di avere supporti come il taser o strumenti simili in dotazione al personale di Polizia Penitenziaria per arginare episodi di violenza come questo sarebbe un valido aiuto. Bisogna iniziare a ragionare per capire come poterlo inserire anche all’interno delle carceri”.
Ancora Tristaino denuncia: “Il Sappe torna a chiedere l'intervento delle istituzioni ministeriali e dipartimentali al fine di porre in essere ogni possibile iniziativa di propria competenza, a tutela dell’incolumità del personale di Polizia Penitenziaria operante e di ogni operatore del carcere ed auspica che possa esserci finalmente un chiaro e decisivo intervento, affinché si eviti qualche ennesimo dramma per la Polizia Penitenziaria, Non passa settimana in cui in regione non si registrino da un lato gli episodi violenti ed eventi critici e dall’altro le richieste di urgenti provvedimenti da parte dei rappresentati sindacali SAPPE dei poliziotti penitenziari”. E mette sotto accusa la riorganizzazione penitenziaria che ha cancellato a Genova il Provveditorato regionale ligure, accorpandolo al Piemonte: ““Questi sono i regali del Provveditorato regionale di Torino”, denuncia il segretario ligure del SAPPE. “Stiamo parlando di un detenuto sfollato dal Piemonte e mandato nella discarica ligure dall’ufficio detenuti del Provveditorato. Sono anni che denunciamo come la Liguria sia straziata da questa politica”.
Per questo, la Segreteria Regionale della Liguria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria auspica che venga presto calendarizzata e messa in votazione l’ordine del giorno di Fratelli d’Italia in Regione Liguria (a firma del capogruppo Stefano Balleari) con cui si impegnano il Presidente Giovanni Toti e la Giunta regionale ad intraprendere tutte le azioni e le interlocuzioni necessarie, nelle sedi istituzionali che riterrà più consone ed opportune, affinché la Liguria possa tornare ad ospitare la sede del Provveditorato per l'Amministrazione Penitenziaria, al fine di porre prontamente rimedio alle continue e numerose problematicità, che stanno quotidianamente emergendo negli Istituti di pena regionali.
Per Donato Capece, segretario generale del Sappe, “il nostro primo pensiero va all’infermiera aggredita, a cui va tutta la nostra solidarietà e vicinanza. E siamo sconcertati dall’assenza di provvedimenti in merito contro chi si rende responsabile di queste inaccettabili violenze, determinando quasi un effetto emulazione per gli altri ristretti violenti. Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno”.
"Va bene - argomenta Capece - l’ipotesi di configurare come aggravante l’aver posto in essere atti finalizzati ad alterare l’ordine e la sicurezza durante la carcerazione, come ha annunciato il Sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, ma io credo si debba andare oltre, destinando carceri dismesse come l’Asinara e Pianosa per contenere quei ristretti che si rendono protagonisti di gravi eventi critici durante la detenzione”.
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