La sindaca Salis segue la rivolta a Marassi, polizia locale in azione per la sicurezza del quartiere

di M.C.

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Attivato un coordinamento con le autorità, in campo gli agenti del Comune per presidiare l’area e chiudere le strade limitrofe

La sindaca Salis segue la rivolta a Marassi, polizia locale in azione per la sicurezza del quartiere

La sindaca di Genova Silvia Salis ha comunicato di essere in costante contatto con Prefettura, Questura e autorità competenti in merito alla rivolta in corso nel carcere di Marassi. La polizia locale è stata immediatamente attivata per contribuire alla messa in sicurezza del perimetro esterno dell’istituto penitenziario.

Polizia locale – Gli agenti municipali sono impegnati nel presidio dell’area attorno al carcere, in collaborazione con le altre forze dell’ordine. Alcune strade sono state chiuse per garantire la sicurezza dei cittadini.

Coordinamento – La sindaca ha dichiarato di aver attivato un canale diretto con tutte le autorità coinvolte per monitorare l’evolversi della situazione e assicurare una risposta efficace.

Ringraziamenti – Salis ha espresso riconoscenza per l’intervento tempestivo della polizia locale e delle forze dell’ordine, oltre a manifestare solidarietà agli agenti della polizia penitenziaria e al personale coinvolto nei disordini.

Aggiunge il vice presidente del consiglio regionale PD Roberto Arboscello: “Quanto accaduto nel carcere di Marassi riporta al centro un’emergenza.  Solidarietà alle forze dell’ordine per l’impegno e l’intervento immediato. Il sovraffollamento, la carenza di spazi, le condizioni in cui versa la struttura di Marassi si ripercuotono inevitabilmente sui detenuti e il personale. Grazie all’impegno delle forze dell’ordine la situazione è rientrata, sono stati attimi di forte tensione e di preoccupazione. Quanto avvenuto conferma l’urgenza di interventi sugli spazi e nuove assunzioni. Il governo deve aprire una riflessione seria per garantire sicurezza a chi lavora in carcere e ai detenuti”

Aggiunge Gianni Pastorino capogruppo lista 'Orlando Presidente' in consiglio regionale: “La situazione che si è venuta a creare nel carcere di Marassi purtroppo non ci sorprende. È il risultato di problemi strutturali che da tempo vengono denunciati da chi lavora quotidianamente all’interno degli istituti penitenziari: le organizzazioni sindacali della Polizia Penitenziaria, le associazioni che si occupano dei diritti dei detenuti, i volontari. E sono gli stessi problemi che anche io ho più volte portato all’attenzione delle istituzioni”. “Sovraffollamento, carenza di personale – sia penitenziario che amministrativo –, assenza di un servizio sanitario in grado di dare risposte concrete. Questo è il quadro in cui si è sviluppata una situazione esplosiva che andava affrontata con serietà molto prima di arrivare a un punto di rottura come quello di oggi.

Ironia della sorte, proprio oggi, mentre qui a Marassi esplode una crisi annunciata, a Roma il governo ha approvato il cosiddetto “Decreto Sicurezza”. Un provvedimento che insiste solo sulla logica repressiva, introducendo nuovi reati come quello di ‘rivolta in carcere’, punibile anche in caso di resistenza passiva. Ma il carcere non può essere pensato solo come luogo di esclusione e controllo. È anche e soprattutto un luogo vivo, dove vivono e lavorano persone. E la sicurezza vera si costruisce migliorando le condizioni, non criminalizzando il disagio. Per questo ho immediatamente contattato il presidente della I Commissione, il consigliere Alessandro Bozzano, trovando una positiva disponibilità, a cui ho chiesto formalmente la convocazione urgente della Commissione con l’audizione del Garante regionale delle persone private della libertàDoriano Saracino, e dei rappresentanti sindacali CGIL, CISL e UIL sia della Polizia Penitenziaria che del personale civile/amministrativo. È urgente un confronto istituzionale serio, concreto, che parta dall’ascolto di chi conosce la realtà del carcere dall’interno. La politica regionale non può restare inerte davanti a una situazione tanto drammatica. Non basta reagire quando scoppia l’emergenza. Serve agire prima, con responsabilità e con la volontà di affrontare i problemi per quello che sono: urgenti, concreti, risolvibili. Se si vuole davvero cambiare rotta”, conclude Pastorino.

Aggiunge Armando Sanna, capogruppo PD in Regione Liguria: “Quanto è accaduto nel carcere di Marassi è l’ennesima conferma di un sistema penitenziario al collasso. La rivolta di circa 200 detenuti, seguita a un presunto episodio di violenza tra reclusi, è solo l’ultima di una lunga serie di segnali di allarme che non possiamo più ignorare. Marassi, come tante altre strutture in Italia, soffre da anni di sovraffollamento. Gli agenti lavorano in condizioni al limite della sostenibilità, con turni massacranti e pochi strumenti a disposizione. A tutto questo si somma una grave carenza di assistenza sanitaria e un aumento delle tensioni e delle aggressioni. Non si può continuare a rispondere solo con misure repressive: servono politiche strutturali, investimenti seri, più personale e una visione che metta al centro la dignità di chi lavora e di chi sconta una pena. Il carcere non può e non deve essere un luogo dove i diritti si sospendono. Nei prossimi giorni visiterò nuovamente il carcere di Marassi per portare la mia solidarietà agli agenti feriti e per verificare di persona la situazione. La politica ha il dovere di ascoltare, vedere e intervenire con serietà”, conclude Sanna.

Dichiarazioni dei consiglieri regionali di Vince Liguria – Noi Moderati e Orgoglio Liguria -
I rappresentanti di Vince Liguria – Noi Moderati e Orgoglio Liguria in consiglio regionale esprimono piena solidarietà agli agenti della Polizia penitenziaria e a tutte le forze dell’ordine che, con coraggio e professionalità, si sono trovati a gestire momenti di estrema tensione a seguito dei gravi disordini verificatisi nel carcere di Marassi. 
Un sentito ringraziamento – ha dichiarato il capogruppo di Vince Liguria – Noi Moderati Matteo Campora - va a tutte le forze dell’ordine che sono intervenute con prontezza e determinazione a tutela dell’incolumità delle persone coinvolte. Un ringraziamento doveroso a chi, ogni giorno, lavora per garantire sicurezza e legalità
Anche Giovanni Boitano capogruppo di Orgoglio Liguria si è unito al collega: “Massima solidarietà agli agenti presenti. Il loro impegno, spesso svolto in condizioni difficili, merita rispetto e supporto concreto. Un pensiero va anche a tutte le persone coinvolte nei drammatici momenti vissuti a Marassi. Rinnoviamo la nostra vicinanza a tutto il personale penitenziario”.

Aggiunge Roberto Traverso, segretario Siap Genova:
“Ancora una volta donne e uomini della Polizia Penitenziaria si trovano ad affrontare situazioni di estremo pericolo, in un contesto segnato da sovraffollamento, carenze logistiche e organici ridotti. Questi lavoratori e lavoratrici necessitano di strumenti adeguati per poter svolgere il proprio lavoro, compresi i supporti di tipo psicofisico e dotazioni strumentali, considerati i gravosi carichi di lavoro e i
rischi che affrontano quotidianamente. La carenza di organico aggrava ulteriormente le condizioni, rendendo il rischio e lo stress professionale più rilevanti.”

“È fondamentale – prosegue Traverso – che il rischio specifico affrontato dai colleghi della Polizia Penitenziaria venga riconosciuto chiaramente anche dal punto di vista contrattuale. Un tema comune a tutte le forze di polizia,  pur avendo competenze e mission diverse, condividiamo sovraccarichi di lavoro e grandi responsabilità che rappresentano una criticità strutturale delle funzioni a noi delegate. La solidarietà espressa dal Siap vuole essere un segnale di unitarietà tra gli operatori di polizia a Genova come sul piano nazionale, perché solo un approccio unitario consente di affrontare problematiche complesse.”

 

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