La scomparsa di Giancarlo Mori, protagonista della prima repubblica
di Paolo Lingua
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Il Punto di Paolo Lingua
E’ mancato questa mattina, per una insufficienza cardiaca all’ospedale Galliera dove era ricoverato da due giorni in gravi condizioni, l’ex presidente della Regione Liguria Giancarlo Mori. Aveva 81 anni. Nato a Genova nel 1938 da padre pontremolese e madre di Parma, Giancarlo Mori era laureato in economia e commercio ed ex funzionario dell’Enel. Era entrato in politica nella Dc, passando per gli studenti cattolici e poi per i laureati cattolici. All’Università era stato presidente del parlamentino e poi presidente della giunta, allora gestita dal movimento Ateneo-Intesa espressione studentesca della Dc negli anni Sessanta. Militante di base e fortemente legato alla corrente di Aldo Moro, era entrato in Consiglio Provinciale nel 1973 ed era stato eletto altre tre volte. Nella prima metà degli anni Ottanta era astato segretario provinciale della Dc. Poi dal 1985 al 1990 era stato presidente della Provincia di Genova. Anche se esponente dell’area morotea, per la sua serietà e moralità rigorosa, era apprezzato anche dall’area tavianea e godeva della stima e della fiducia, oltre che di Taviani, anche del potente segretario del partito Giovanni Bonelli.
Era particolarmente stimato negli ambienti della Curia genovese. Rigoroso amministratore, venne eletto in Consiglio Regione nel 1990, quando cominciava la crisi dei partiti della Prima Repubblica. Tra il 1993 e il 1994, quando il sistema di potere del vecchio centrosinistra era di fatto saltato con la crisi della Dc e del Psi e dei piccoli partiti alleati, Mori si mise alla testa d’un movimento che portò alla sua elezione interna a presidente della Regione nel 1994, unendo ex democristiani ex socialisti al Pci, ormai fuori dai veterovalori marxisti. Alla testa d’una coalizione di sinistra venne rieletto nel 1995 e restò in carica sino al 2000, anno in cui caddero alle elezioni regionali molte giunte di centrosinistra a vantaggio delle coalizioni di centrodestra guidate Da Silvio Berlusconi. In quella occasione, dopo la vittoria in Liguria di Sandro Biasotti, Mori, che rimase in carica come consigliere d’opposizione sino al 2005, rimase amareggiato dal blando sostegno ricevuto dal mondo cattolico e soprattutto dalle istituzioni ufficiali ecclesiastiche, ispirate dall’allora presidente della Cei, cardinale Ruini che non aveva nascosto le sue simpatie filoberlusconiane. La vicenda lasciò per sempre un’ombra tra un esponente storico del mondo cattolico impegnato in politica, come Giancarlo Mori e una parte della dirigenza ecclesiastica ligure. Scapolo, riservato, di grande rigore morale, appassionato di storia economica e di storia internazionale, oltre che di storia della Chiesa, ma anche raffinato gourmet, Giancarlo Mori dopo il 2005 s’era ritirato a vita privata, passeggiando nel quartiere di Carignano dove abitava e frequentando, in alcuni locali di cui era cliente affezionato, gruppetti di vecchi amici. Tra luglio e agosto trascorreva le vacanze a Santo Stefano d’Aveto. Una vita serena, austera e semplice, anche se Mori aveva rievocare con gli amici gli anni d’oro della Prima Repubblica e le conoscenze contratte non solo a Genova ma anche a Roma, tra le quali spiccava l’attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Come amministratore era stato sempre molto attento ai bilanci, alle spese e all’organizzazione dei servizi e del welfare in cui credeva con tenacia e con convinzione. Se n’è andato in silenzio, con discrezione, come era del resto nella sua visione della vita e del costume sociale.
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