La Gronda: un teatrino (quasi) comico
di Paolo Lingua
La Gronda: ecco un tema che ha origini trentennali e la cui realizzazione, nonostante precisazioni e assicurazioni a tutti i livelli, è rimandata all’infinito, nonostante secondo i ministri che si sono susseguiti negli ultimi anni sarebbe già progettata e finanziata. Il tema è stato sfiorato, ma non a caso, dal presidente uscente della Confindustria di Genova Giovanni Mondini, questa mattina nel corso dell’informativa sulla situazione industriale genovese che, alla fin dei conti, non è così disastrosa. Anzi, ci sono molti elementi di ripresa. Speriamo che le valutazioni siano corrette. Ma accanto alla radiografia della situazione in generale, il presidente uscente, con tutto lo stile garbato che contraddistingue il suo modo di agire, non ha potuto fare a meno di sottolineare che, pur essendo passati nel suo mandato ben tre ministri, al di là di generiche dichiarazioni, non si è fatto praticamente nulla. La pratica della Gronda non si è mossa di un millimetro.
Aspettiamo le mosse del ministro in carica e della nuova gestione, a capitale pubblico, della Società Autostrade che dovrebbe e3ssere incaricata della realizzazione dell’atteso raddoppio autostradale lungo l’asse di Genova. Mondini, con un certo garbo, ha detto d’essere rammaricato di non aver potuto prendere parte all’inaugurazione dei lavori della Gronda nei quattro anni del suo mandato e si è augurato che questa fortuna possa capitare al suo successore. In effetti, la vicenda della Gronda, come del resto è già capitato di mrico0rdare anche in passato, ha degli aspetti paradossali. L’ipotesi operativa era già emersa all’inizio degli anno Novanta del secolo scorso, ma nacquero subito opposizioni da parte del mondo ambientalista che preoccuparono i partiti di centrosinistra allora ai vertici degli enti locali della Liguria.
La vicenda si è trascinata per trent’anni, tra alti e bassi, con prudenze e ritrosie sia da parte del centrodestra sia del centrosinistra nel timore di perdere consensi nell’area della Valpolcevera, per non parlare dell’opposizione dura da parte della prima fase del M5s, un atteggiamento non ancora chiarito anche per la situazione confusa all’interno del movimento, che, nel corso di questi anni, ha perduto una larga parte degli oppositori della Gronda. Oggi, sul piano teorico, quasi tutto il centrosinistra e quasi tutto il centrodestra sono favorevoli all’opera, così come, a parole, i ministri di tutti gli schieramenti che si sono succeduti, come ha ricordato Mondini. Ma non sembra che ci siano accelerazioni nell’immediato avvenire. In primo luogo l’ingresso del capitale pubblico in Autostrade si deve ancora assestare dovranno strutturarsi i vertici direzionali. Poi dovrebbe essere messo a punto un programma operativo per un settore che nel passato ha segnato troppi ritardi, troppe ambiguità e troppe omissioni.
E’ indubbio che se la Gronda fosse stata a realizzata – come del resto era possibile – tra gli anni Novanta e i primi anni del Duemila, il danno devastante provocato dal crollo del Ponte Morandi avrebbe avuto un impatto meno traumatico, assorbendo una parte del traffico che si è riversato in città e sulla strade statali e , anche oggi, recuperando una parte delle code infinite provocate dai lavori urgenti di ristrutturazione della rete autostradale. In questa chiave va letta e interpretata la sortita, sia pure soft, del presidente uscente della Confindustria.
Non va dimenticato che, anche per il Terzo Valico ferroviario, in via di realizzazione, non sono mancate le opposizioni e gli stop e che fu la stessa Confindustria che organizzò per spingere il decollo dei lavori una manifestazione pubblica a Genova. La Liguria ha bisogno d’un diverso e più moderno assetto di strade, autostrade e ferrovie, perché buona parte della sua economia dipende dal traffico delle merci da e verso il porto, soprattutto ora alla vigilia d’una più che possibile ripresa in vista del declino della pandemia. Gli ultimi dati e le previsioni immediate danno in crisi solo il settore del turismo (che è un dato fisiologico) mentre c’è una general eripre3sa produttiva. E la Gronda è uno dei passaggi di ripresa. Attendiamo le mosse dei governi.
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