La faticosa riapertura delle scuole
di Paolo Lingua
Non senza affanno e qualche “buco” è ripartito da oggi l’anno scolastico in Liguria. Non è stata, come prevedibile, una riapertura a 360 gradi, ma , bene o male, il complesso ingranaggio si è mosso. La provincia della Spezia, come previsto, è ferma sino al 24 settembre, così come alcuni comuni come a Genova, quello di Bogliasco e un pacchetto di comuni di Imperia. Ma anche a Genova non tutte le scuole sono ripartite al completo: non poche hanno effettuato l’apertura formale solo per un paio d’ore , poi hanno rinviato il tutto mai prossimi giorni. Mancano molti elementi del personale sanitario, dei bidelli e degli insegnanti, in particolare i docenti di sostegno. Va detti per chi non è addetto ai lavori che il completamento dell’organico degli insegnanti è da sempre stato un cronico ritardo dell’organizzazione scolastica, a ogni decollo di stagione.
Con il tempo, e con non poche variazioni rispetto alla vecchia struttura, la situazione è peggiorata. Basterebbe pensare agli insegnanti “di sostegno” che sono una istituzione relativamente recente debbono attendere un concorso nazionale e sono chiamati di volta in volta dai dirigenti delle scuole coinvolte. Ma condizioni simili valgono per tante altre materie. Non c’è, come un tempo, una scansione (biennale o triennale) per bandire i concorsi nazionali o regionali al fine di riempire gli spazi rimasti vacanti. E’ tutto un ruzzolare alla rincorsa delle più disparate situazione e anche i sindacati di categoria si muovono da sempre con affanno. E’ indubbio che sui vuoti degli insegnanti ha certamente giocato il calo della popolazione scolastica, rispetto alla fine degli anni Sessanta e Settanta, ma è altresì vero che è aumentata la media degli scolarizzati e che la moderna didattica non punta più alle classi numerose, in particolare riferimento alle classi medie superiori.
Accanto ai ritardi per completare gli organici degli insegnanti (in attesa dei concorsi che hanno tempi lunghi, sarebbe quantomeno utile nominare in rapidità i supplenti), ci sono le questioni che riguardano le strutture funzionali come i banchi e gli altri arredi. In molti plessi la situazione è già normalizzata. Ma in molti casi le carenze sono gravi e, come del resto era già stato previsto si arriverà al completamento delle strutture verso la fine di ottobre. Occorrerà avere una grande pazienza. Il ministro della salute Speranza ha già adombrato che la situazione dovrebbe trovare un ritorno alla normalità per la prossima primavera, quando, con l’arrivo dei vacchini, l’infezione da coronavirus dovrebbe quasi sparire. Ma, sempre per restare nel campo della prevenzione, restano complesse tutte le iniziative della prevenzione, sia per il personale docente e ausiliario, sia per gli studenti, con un grande impegno da parte del Gaslini che ha molto operato e con alta qualità di servizio in questi ultimi mesi. E’ ancora complessa la disciplina delle quarantene non tanto per chi deve restare a casa, piuttosto per gli spazi negli istituti dove collocare chi è a rischio. E’ fin troppo ovvio che non è la stessa cosa per le strutture nei grandi centri e nei piccoli abitati di cui tra l’altro la Liguria è piena. Sopra a tutto, comunque, resta il rischio potenziale. Anche se non sono discoteche o centri di assembramento, le scuole, per forza di cose, restano un punto assai complesso delle problematiche anti-virus. Le possibilità di infezioni dirette e indirette esistono.
Non solo: tra poco potrebbero decollare in maniera diffusa le infezioni da influenze “normali”. Ci sono rischi di confusione soprattutto per le forme più lievi. Si discute, anche al livello dei virologi, se val la pena di effettuare i vaccini ormai diffusi per le influenze tradizionali. Possono arginare il Covid? Le opinioni sono discorsi, come del resto è logico. Non resta quindi che procedere con cautela, passo dopo passo, perché non mancheranno sorprese. Ma le attese più nervose sono rinviate di sei mesi quando si spera siano pronti i vaccini anti-covid, quelli che dovrebbero portare all’annullamento dei contagi. Ma anche sui vaccini su cui corrono tante imprese farmaceutiche, una problematica che ha attirato le osservazioni di papa Francesco, i punti interrogativi sono infiniti. Ma dobbiamo abituarci a procedere passo per passo.
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