La confusione politica in italia: ci sarà la crisi

di Paolo Lingua

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Il Punto di Paolo Lingua

La confusione politica in italia: ci sarà la crisi

A voler riflettere sulla attuale situazione politica italiana verrebbe da commentare, come in un bar davanti all’aperitivo: "Troveranno un compromesso come in passato". Poi, dopo una pausa tra un sorso e l’altro: "La crisi poi scoppia quando non te l’aspetti". Non è una situazione allegra perché il governo ogni giorno, su tutti i temi, fa un passo avanti e uno indietro, perché la Lega e il M5s non vanno d’accordo quasi su nulla. Ma si tengono stretti per una serie di motivazioni di ordine completamente opposto.

I “grillini”, sia pure nella loro confusione irrazionale, sanno che una volta usciti dal governo non ci rientreranno più. Quelli della Lega, Salvini in testa, puntano a una “rottura” (se ci dovrà essere per forza) che consenta una loro vittoria schiacciante in modo tale che le altre forze del centrodestra (Forza Italia e Fratelli d’Italia) abbiano un ruolo subalterno.

Matteo Salvini punta a una leadership senza condizionamenti che lo incoroni leader assoluto. In questa prospettiva sta mettendo a punto,  e si lavorerà ai vertici del partito dal prossimo lunedì, alla trasformazione dell’assetto organizzativo della Lega. Anche all’interno del M5s, sia pure in un clima più confuso, si discute in questo senso, anche se le posizioni (Fitto, Di Maio, Di Battista, ma che Grillo e altri) non sono del tutto chiare.

Il problema riguarda i “grillini” che, sul piano filo-ecologistico e delle grandi opere, hanno sinora dovuto ingoiare le scelte di Salvini, con una dura reazione di quella parte del loro elettorato più “radicale” e affascinata dal mito della “decrescita felice”, nonché dal desiderio di far saltare tutto quanto, sia pure con fatica, era stato messo insieme dai precedenti governi di centrosinistra.  Ma è un “salto del sistema” senza una logico vera e propria.

La questione della Tav va ormai al di là della problematica territoriale. E’ diventata una questione di principio, una sorta di “fortino” in cui si sono asserragliati gli “irriducibili” del Movimento e che, di fatto, sta bloccando anche tutte le altri grandi opere in corso di realizzazione in tutta Italia.

Per restare solamente in Liguria attendiamo (da settant’anni) il completamento del raddoppio della ferrovia Genova-Ventimiglia, che poi vuol dire il collegamento diretto con Marsiglia, per non parlare dell’urgenza della Gronda autostradale che, pur approvata dal governo precedente, è tutt’ora ferma per le contraddizioni dei vertici attuali.

Non è detto che si arrivi alla crisi nel giro di pochi giorni, perché molti aspettano il risultato delle elezioni europee che si svolgeranno alla fine di maggio e che vedranno lo scontro tra gli europeisti tradizionali (popolari, socialisti, liberali, area di Macron) e i movimenti populisti e sovranisti, alleati dell’estrema destra, dove dovrebbero agganciarsi, sia pure su posizioni differenti, sia i “grillini” sia la Lega.

Il dubbio che sale riguarda però la situazione italiana, anche perché, al di là dei malumori sulla legittima difesa e sullo scontro durissimo sulla Tav e sulle grandi opere, si teme, nel quadro della crisi economica che si sta allungando in particolare sull’Italia, che emergano difficoltà pesanti sui conti pubblici del nostro Paese. Il che vorrebbe dire essere costretti ad assumere provvedimenti d’urgenza decisamente impopolari.

L’accordo Salvini – Di Maio sembra vacillare ed emerge la fragilità intrinseca del presidente del consiglio Conte che ha dimostrato di non avere la “tenuta” del grande mediatore tra le parti, anche perché, anche con toni moderati, non nasconde la sue preferenze per la linea politica del M5s. Un elemento in più per complicare il quadro generale e per non semplificarlo.