La complicata strategia dei cantieri autostradali
di Paolo Lingua
I comuni liguri tramite l’Anpi chiedono di bloccare i cantieri di riparazioni e manutenzioni autostradali (e in parte anche stradali) almeno sino alla prima decade di novembre. Hanno il sostegno della Regione e del maggior comune, quello di Genova, nonché della quasi totalità delle associazioni degli autotrasportatori. La questione nasce molto tempo fa e non è di facile soluzione. Si chiede un tavolo allargato presso il ministero dei trasporti con tutti gli interessati.
Le istanze sono diverse La società delle Autostrade e l’Anas hanno impegni che risalgono non a mesi bensì a decenni di mancata o svogliata manutenzione. Errore strategico che ha visto coinvolti anche gli enti di livello governativo di controllo. Ne conosciamo gli esiti: accanto alla tragedia del crollo del Ponte Morandi, ci sono stati crolli, frane, problematiche sulle strutture antirumore e sulle coperture delle gallerie, per non parlare dei ponti che hanno i sostegni usurati con distaccamenti di murature.
Questo ha spinto negli ultimi mesi i responsabili della gestione a calendarizzare le cantierizzazioni per procedere speditamente nei lavori più urgenti, nel timore di altre tragedie. Nello stesso tempo sta scendendo in maniera vistosa la diffusione della pandemia, con il conseguente rallentamento delle norme restrittive da parte del Governo e delle Regioni. Non solo: proprio perché siamo alla vigilia del decollo della stagione estive, c’è un’ansa quasi nevrotica da parte di tutti i settori turistici per tentare una ripresa dopo un anno e mezzo di chiusure e proibizioni che hanno messo in ginocchio centinaia, per non dire migliaia, di piccole e medie imprese (alberghi, ristoranti, pizzerie, stabilimenti balneari, bar, discoteche, oltre che strutture sportive e di spettacolo). Si rischiano chiusure, fallimenti, perdite massicce di posti di lavoro. Ma i lavori in corso sulle autostrade e, in parte, anche sulle strade statali e provinciali, rallentano gli entusiasmi dei potenziali turisti.
La Liguria da mesi appare come una regione bloccata, prigioniera di code interminabili, di deviazioni con altrettante code sulle strade collaterali. Il più danneggiato è il turismo da week end, ma la situazione resta comunque problematica. I ritardi e i blocchi creano danni non minori anche all’autotrasporto strettamente connesso alla vita dei porti, ma questione è complessa perché, sia pure a fatica, c’è una ripresa di lavoro e di traffico di merci sfuse e containers. Di qui la richiesta di sospendere i lavori per consentire la normalità della comunicazione. Non si sa ancora quale sarà l’esito della richiesta, perché i lavori di intervento sui tratti autostradali non sono tutti dello stesso livello e, accanto a operazioni più di ordinaria manutenzione che possono essere tranquillamente rinviati, ne sussistono altri più urgenti.
Ma la radiografia degli interventi non né del tutto chiara perché, come si è accennato, ci sono questioni d’una certa serietà e che sono frutti di manutenzioni mancate nel corso degli anni. In parole povere, il quadro generale non è del tutto semplice. Ma è indubbio che gli enti locali (comuni e regione) stanno subendo forti pressioni (particolarmente delicate alla vigilia di importanti appuntamenti elettorali) da parte di tutte le categorie interessante e, obiettivamente, in sofferenza da più di un anno e mezzo. Si dovrà trovare, come è sempre stato in vicende del genere, un faticoso compromesso per evitare rischi di pesanti danni, ma anche per dare respiro a settori economici di fatto in ginocchio. Si sa già, dalle prenotazioni già effettuate, che questa estate vedrà un netto calo delle presenze straniere, ma con una ripresa di quelle italiane, un mercato potenziale che non può essere trascurato. I prossimi giorni saranno decisivi a questo proposito .
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