L'interporto di Pordenone si avvicina alla Romania
di Redazione
Meeting con vari operatori fra cui Grup Feroviar Roman
La Romania, ora, è più vicina. E’ quanto emerso da un importante meeting con vari operatori del Paese dell’Est, svolto nella sede dell’Interporto di Pordenone e promosso da Interporto Centro Ingrosso Pordenone e Consorzio Corridoio Italia Serbia, tra cui uno dei principali operatori ferroviari, il Grup Feroviar Roman, con l’esposizione di un progetto per avviare una trasformazione logistica 4.0.
“L’obiettivo – sottolinea il presidente Consorzio Corridoio Italia Serbia , Giuseppe Bortolussi, – è far conoscere agli operatori del settore logistico e trasportistico le potenzialità che il mercato dell’Est Europa può offrire a patto che si mettano in opera le “Best practice” che sono: ambiente, economico, sociale e innovazione. Si intende soddisfare un’esigenza logistica proveniente da aziende che hanno forniture in Italia di prodotto primario per le nostre industrie, ma che allo stesso tempo vogliano crearsi una logistica per essere più penetranti nel mercato italiano e che porti un prodotto finito per la Romania”. Gli operatori hanno snocciolato le varie questioni ed è stato presentato un progetto (sarà presentato a fine maggio nella sede interportuale) da un operatore romeno che risiede in Italia da diversi anni, Adrian Silivestru, che va verso una politica di efficientamento delle buone pratiche per avviare una trasformazione logistica 4.0.
“Questo – aggiunge Bortolussi – per soddisfare elementi che l’Europa richiede, vale a dire la pratica della sostenibilità ambientale, quella sociale ed economica. Sono le tre direttrici che creano un volano per il buon operare. Si tratta di enunciazioni forti, che oggi sono state accolte molto bene perché il progetto è sostenibile e praticabile. Gli operatori sono usciti soddisfatti e convinti che il progetto avrà un seguito. Abbiamo presentato anche la scuola di infomobilità, elemento che convince il mercato che questa iniziativa ha dei fondamenti chiari”.
A giudizio di Silivestru, l’obiettivo principale è creare un ecosistema logistico orientato nel settore business to business in cui l’informazione dei flussi delle merci e dei mezzi siano a disposizione di tutti per rendere più efficiente il rapporto pieno-vuoto che oggi a livello europeo è del 24%, vale a dire che ogni 100 mezzi 24 viaggiano vuoti e anche ottimizzare il flusso di merci, attualmente al 43%. Intento principale è ridurre le emissioni di carbonio presenti nel trasporto su gomma che, in Europa, sono pari al 16%. “Ottimizzando i flussi – rileva – abbiamo una decongestione del traffico perché i viaggi saranno più brevi. Per mettere in moto un progetto di questo tipo c’è bisogno del supporto delle istituzioni e di essere indirizzati perché il valore aggiunto di questo ecosistema è che tutti sono coinvolti. L’obiettivo è lasciare ai nostri figli un mondo più pulito”. Roberto Paciaroni, ad di Hupac, società che gestisce il terminal ferroviario pordenonese, si dice interessato a tutte le nuove opportunità di sviluppo di traffico intermodale del trasporto coordinato. Il progetto è molto interessante”.
Ricordiamo che il territorio confluente su Pordenone è rappresentativo della sesta area più industrializzata d’Italia, del settore della meccanica, legno, arredo, plastica e l’agroalimentare. I Balcani e l’Est Europa, rappresentano per la nostra area un enorme distretto industriale che interagisce con l’Italia, in particolare con il NordEst. A tutto ciò si aggiunge la nascente scuola logistica di infomobilità creata per dare risposte a quanti richiedono maggiore professionalità e attenzioni verso il mondo della logistica, da sempre considerato di secondo-terzo piano rispetto al sistema manifatturiero.
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