L'interminabile trattativa della revoca dell'Aspi
di Paolo Lingua
All’indomani del tragico crollo del Ponte Morandi era scattata subito in un clima polemico e di indignazione la volontà di revocare la concessione alla società Autostrade, controllata da Atlantia e dalla famiglia Benetton . Erano stati i ministri grillini i più implacabili. La situazione si era poi rallentata perché a livello di governo erano emerse preoccupazioni per eventuali ricorsi, richieste di danni e complicazioni giudiziarie. Nel frattempo si è passati dal governo gialloverde al governo giallorosso e si sono rese più complesse le trattative. In linea teorica – ma i dettagli sono complicati – la Cassa Depositi e Prestiti , ovvero lo Stato, dovrebbe assorbire la governante di Aspi con il,supporto di due fondi alleati (l’americano Blackstone e l’australiano Macquarie). Ci sono molti aspetti complessi, perché debbono essere valutati i costi del danni del crollo. La cifra di cui si parla oscilla tra i 9 e gli 8 miliardi, ma si aspettano i ritocchi e le modifiche della società autostrade, perché i conteggi sono complicati e riguardano eventuali costi e risarcimenti di danni per il crollo. C’è poi la questione relativa dalla famosa Gronda, teoricamente approvata dal governo, ma sempre ferma al palo. La nuova società che sarà gestita dalla CDP dovrà poi affrontare tutti i progetti di ristrutturazione e di lavori di manutenzione sulle autostrade. In realtà ogni istante emergono necessità manutentive che sono alla base di errori di gestione durati per anni.
Poi, anche se oggi questi contrasti si sono in parte smorzati, non mancano strategie diverse all’interno del governo, in particolare da parte del Pd e dei renziani da una parte e dei grillini dall’altra. Non si arriverà all’accordo in pochi giorni, anche se ormai i tempi si stanno facendo più stretti, considerata la veloce ricostruzione del ponte dalla quale Aspi è stata estromessa. Tutti i dubbi e tutti gli interrogativi riguardano la futura gestione e la riorganizzazione del settore. Si prevedono, proprio per i lavori già previsti e che dureranno ancora molti mesi, con non pochi problemi per il traffico che dovrà subire stop e arresti. La nuova gestione dovrà mettere in campo un management adeguato, considerato che c’è stata in passato fin troppa trascuratezza, basta constatare che cosa è successo in Liguria nei mesi scorsi, al di là del tragico crollo del Ponte Morandi. Sarà un mondo che cambia, per molti aspetti, e non sappiamo ancora in che direzione. Nel frattempo, accanto alle trattative della cessione, prosegue il processo per le responsabilità del crollo. Come era prevedibile la vicenda giudiziaria si fa, con il passare del tempo, sempre più complessa per via delle perizie e controperizie. In certi contesti gli aspetti tecnici sembrano avere la meglio sulla ricerca delle responsabilità, per un gioco di potenziali incrociati. Questo spiega gli ulteriori rinvii e gli innesti di prove e controprove. Sarà un processo assai lungo e complesso; questo spiega a volte l’indignazione e l’insofferenza dei familiari delle vittime. E’ una storia che ci trascineremo per anni e anni, purtroppo.
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