L’eterna vicenda di Superba e Carmagnani
di Paolo Lingua
I sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto al Comune di Genova un incontro per affrontare l’esame della situazione del possibile trasferimento di sede delle società Carmagnani e Superba di Multedo, ritenute troppo vicine alle abitazioni. I sindacati vorrebbero mettere a punto tutte le ipotesi e tutti i progetti sinora presi in esame per individuare una soluzione ottimale, anche perché si teme che, restando l’attuale situazione in eterno “stallo”, possano crearsi degli esuberi del personale con il possibile calo di posti di lavoro. I sindacati si rendono conto che per il momento non è possibile un trasferimento fuori di Genova e che quindi occorrerà trovare una soluzione nell’ambito del territorio. Ma sino a questo momento non è stato ancora possibile individuare una collocazione senza che emergano veto od osservazioni critiche, considerata la pericolosità potenziale dei depositi petroliferi. Nessuno dimentica il dramma di ormai molti anni fa quando per una implosione di depositi ci furono, oltre gravi danni, anche alcuni decessi.
A rivedere la storia delle due imprese, tornando ancora più indietro nel tempo, occorre ricordare che la Carmagnani ha una presenza a Multedo prima della guerra e la Superba poco dopo la fine del conflitto e che molte abitazioni, come del resto è successo in molti altri quartieri della città, sono state costruite dopo l’insediamento delle due aziende. Il tema del possibile trasferimento della Superba e della Carmagnani è stato sollevato da molti anni, più di quindici, ma, purtroppo, come spesso è capitato a Genova, la discussione si è ripiegata più volte su se stessa, mentre non poche ipotesi di nuovi collocamenti hanno trovato infiniti veti incrociati, un “leit motiv” che tutt’ora esiste e che non si smorza. Va tenuto presente che la decisione sul trasferimento delle due aziende coinvolge sia il Comune, sia l’Autorità Portuale, nonchè per certi aspetti anche la Regione.
Inoltre ci sono preci interessi di molti municipi di centro e di ponente, oltre che associazioni ambientaliste e comitati di residenti. A questo proposito ci sono già le attenzioni e i “no” per quel che riguarda gli abitanti di Sampierdarena e di Cornigliano, dal momento che si era parlato di una possibile collocazione sotto la zona della Lanterna o anche lungo la linea costiera dalla foce del Polcevera verso ponente. Per la Lanterna sono già insorti, oltre che i residenti della zona, anche molti imprenditori e trasportatori che operano in quell’area. Per le sistemazioni spostate verso ponente ci sono stati i “no” dei dipendenti dell’ex Ilva e anche i timori per la troppa vicinanza all’aeroporto.
D’altro canto gli spazi a Genova sono limitati e le due aziende non possono certamente essere collocate lontano dalle aree portuali e dalla costa per ovvii motivi operativi e per la sistemazione dei depositi. A questo punto ci si rende conto come siano complesse le possibili soluzioni, dovendo tenere conto della strategia operativa delle due aziende, dell’esigenza di mantenere i posti di lavoro e di mettere in sicurezza la popolazione della zona. A proposito d’una situazione tanto complicata, si capisce la posizione fin troppo prudente dell’Autorità Portuale e del Comune a effettuare una scelta definitiva che si potrebbe poi riflettere su loro eventuali responsabilità nel caso di gravi incidenti. Al tempo stesso gli interessi delle imprese sono catalizzati sul restare a Genova, possibilmente in area portuale.
Di qui la necessità d’un confronto che non abbia le caratteristiche di prolissità inconcludente di molti “dibattiti pubblici” del passato. Si dovrebbe puntare a un a dibattiti concreto come quello che ha riguardato la realizzazione della nuova diga foranea. E anche sulla diga si discutere i trasferire i depositi. Una ipotesi che potrebbe trovare un potenziale sfogo. Ma a questo punto non è possibile proseguire nel dibattitto all’infinito.
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