L'acqua muove il 60% del Pil mondiale, ma le risorse idriche sono sempre più a rischio
di Andru
Secondo McKinsey e Wef il valore dell'acqua supera i 58mila miliardi di dollari annui, ma il sistema globale è in disequilibrio
L’acqua è alla base del 60% del prodotto interno lordo mondiale, ma il sistema idrico globale è sempre più instabile: secondo un’analisi congiunta di McKinsey e World Economic Forum, eventi estremi, cambiamenti climatici e governance inefficace minacciano un valore economico annuo stimato in 58mila miliardi di dollari.
Impatto economico – L’acqua, risorsa imprescindibile per l’attività umana e industriale, rappresenta il motore nascosto di buona parte dell’economia globale. Lo studio McKinsey-Wef evidenzia come il valore economico derivante direttamente e indirettamente dall’uso dell’acqua si attesti intorno al 60% del Pil mondiale. Parliamo di circa 58mila miliardi di dollari l’anno. Un sistema, però, che si regge su basi sempre più fragili.
Stress idrico – Secondo il report, 4 miliardi di persone affrontano una grave scarsità d’acqua per almeno una parte dell’anno, e il numero è destinato a salire. In uno scenario di riscaldamento globale tra i 2 e i 4°C, fino a 4 miliardi di individui potrebbero sperimentare una scarsità fisica d’acqua. Le condizioni di disponibilità si stanno trasformando: 500 milioni di persone vivono in aree più umide rispetto al passato, mentre 163 milioni risiedono in zone oggi più aride. La variazione nell’intensità delle precipitazioni ha colpito oltre 700 milioni di persone.
Eventi estremi – I disastri legati all’acqua, come alluvioni e frane, sono responsabili del 70% delle vittime provocate da calamità naturali. Oltre ai danni umani, questi eventi degradano la qualità dell’acqua, accentuando i problemi sanitari e infrastrutturali. “I rischi legati alla catena di approvvigionamento idrico mettono in gioco circa 77 miliardi di dollari, con effetti rilevanti su manifattura, materiali, industria alimentare e delle bevande”, si legge nello studio.
Governance debole – Nonostante l’emergenza sia riconosciuta, “le politiche e le normative non stanno evolvendo abbastanza velocemente” da incentivare un cambiamento concreto. Il rapporto sottolinea la lentezza con cui i governi stanno adattando leggi e regolamenti per affrontare in modo strutturale le sfide legate all’acqua. In particolare, la mancanza di incentivi efficaci per il settore privato rallenta le azioni correttive.
Strategie in sviluppo – Alcuni Paesi e regioni stanno tuttavia sviluppando strategie mirate. Cresce la consapevolezza della necessità di politiche più incisive, anche sul fronte della sostenibilità e del controllo delle sostanze inquinanti come i PFAS, noti anche come “sostanze chimiche per sempre”. Le nuove direttive ambientali, unite a una maggiore trasparenza nelle informazioni sulla sostenibilità, rappresentano un primo passo verso un approccio più strutturato alla gestione delle risorse idriche.
Scenari futuri – In un contesto di cambiamento climatico e aumento della popolazione mondiale, la domanda di acqua continuerà a crescere. Il report lancia un appello a interventi urgenti per ristabilire l’equilibrio tra uso, disponibilità e sostenibilità dell’acqua, evidenziando la necessità di una governance più efficace e investimenti coordinati su scala globale.
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