IVECO: confronto tra sindacati e Consiglio comunale Torino su cessione a Tata Motors
di R.S.
Una folta delegazione di rappresentanti sindacali è stata ricevuta lunedì in audizione dalla III commissione Lavoro, presieduta da Pierino Crema, per un confronto su problemi e prospettive aperti dall’annunciata cessione del gruppo IVECO dal gruppo Exor all’indiana Tata Motors, presente anche la vicesindaca Michela Favaro. Numerose le organizzazioni partecipanti all’incontro, protrattosi per oltre due ore: FIOM-CGIL, FIM-CISL, UILM-UIL, UGLM- UGL, FISMIC-CONFSAL e Associazione Quadri e Capi Fiat (AQCF). Tema comune a tutte le sigle, sia confederali che autonome, una forte preoccupazione per quello che sarà il destino degli stabilimenti Iveco dell’area torinese, anche alla luce di quelli che erano stati gli sviluppi della cessione di Magneti Marelli e della fusione PSA-FCA che ha dato vita a Stellantis.
Dei 32mila dipendenti IVECO nel mondo, circa la metà lavora negli stabilimenti italiani e di questi 6500 sono occupati nell’area torinese, dove sono collocate anche la struttura amministrativa e quella dedicata alla ricerca e progettazione. Si comprende quale sia la preoccupazione destata dalla cessione di un’azienda fondamentale del settore automotive che, come sottolineato nel corso della riunione, non era in crisi e anzi aveva effettuato negli ultimi anni, a Torino e in Italia, 1400 nuove assunzioni, il che aveva contribuito a renderla un’azienda relativamente “giovane”, con un’età media dei dipendenti pari a 47 anni (per fare un paragone, la media nello stabilimento Stellantis di Mirafiori è intorno ai 57 anni). Un’azienda oltretutto dotata di una rete commerciale presente in 150 Paesi, come a dire in tutto il mondo. Il timore dei sindacati, anche alla luce dei precedenti prima citati, è che una grande tradizione, un patrimonio tecnologico d’avanguardia e soprattutto migliaia di posti di lavoro possano essere pregiudicati, magari attraverso una lenta agonia sul modello dello stabilimento di Mirafiori, dove la Cassa integrazione (CIG) sta per entrare nel suo diciannovesimo anno. Il passaggio di IVECO a Tata Motors avrà effettivamente luogo l’anno prossimo, ma fin d’ora quella che sarà la nuova proprietà ha garantito un biennio di stabilità organizzativa e occupazionale: un termine breve e non rassicurante, a giudizio dei rappresentanti delle maestranze.
La sede centrale di IVECO, nella periferia nord di Torino (foto Wikipedia – SurfAst)
A fronte di questa situazione, i sindacati hanno chiesto che le istituzioni, a partire da Comune e Regione, facciano fronte unitariamente alla situazione, per cercare di evitare che un’operazione da 3,8 miliardi di euro, forse con basi più finanziarie che industriali, possa condurre a un ulteriore capitolo nella deindustrializzazione dell’area torinese.
A fronte di questo, la vicesindaca, oltre a garantire una costante attenzione sulla vicenda da parte di Palazzo Civico, ha annunciato che i sindaci di Torino, Brescia, Foggia e Suzzara (MN), le città dove sono presenti gli stabilimenti IVECO, hanno chiesto formalmente al governo nazionale di essere presenti ai tavoli di confronto sul tema.
Il presidente Crema ha da parte sua ricordato di avere interpellato i vertici aziendali IVECO per un incontro in commissione Lavoro, riunione che dovrebbe avere luogo già il 24 settembre. Crema ha anche segnalato come sia stato depositato un atto consiliare, a prima firma di Emanuele Busconi – e già siglato da esponenti di varie forze politiche presenti in Sala Rossa – che chiede l’apertura di un tavolo di confronto con le parti sociali sul tema complessivo della situazione e delle prospettive del comparto automotive, nel quadro della transizione energetica in corso. Atto il quale, è stato sottolineato, è aperto a contributi ed eventuali modifiche, anche su suggerimento delle stesse organizzazioni sindacali. Nel corso della riunione, conclusasi con il reciproco impegno per costanti aggiornamenti sugli sviluppi della vicenda IVECO-Tata Motors, sono intervenuti, oltre al presidente Crema e alla vicesindaca Favaro, i consiglieri De Benedictis, Liardo, Firrao, Busconi, Fissolo, Viale e Russi.
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