Isola di Pasqua, entro fine secolo onde stagionali potrebbero minacciare le gigantesche statue simbolo

di Andy Woodrook

2 min, 29 sec

Uno studio prevede che l’innalzamento del mare raggiungerà il più grande sito cerimoniale dell’isola, mettendo a rischio anche altri luoghi storici

Isola di Pasqua, entro fine secolo onde stagionali potrebbero minacciare le gigantesche statue simbolo

Entro il 2080 le onde stagionali, spinte dall’innalzamento del livello del mare, potrebbero colpire Ahu Tongariki, il più grande sito cerimoniale di Rapa Nui, danneggiando le 15 statue moai e altri circa 50 siti culturali, secondo una nuova ricerca pubblicata sul Journal of Cultural Heritage.

Studio scientifico – L’analisi, condotta da un team guidato da Noah Paoa, dottorando presso l’Università delle Hawaii a Manoa, si è basata su un “gemello digitale” ad alta risoluzione della costa orientale dell’isola. Utilizzando modelli computerizzati, gli studiosi hanno simulato diversi scenari di innalzamento del mare, sovrapponendo i dati alle mappe dei siti culturali per individuare le aree a rischio di inondazione nei prossimi decenni.

Sito iconico – Ahu Tongariki ospita 15 imponenti statue moai ed è uno dei simboli di Rapa Nui, attirando ogni anno decine di migliaia di visitatori. Il sito si trova all’interno del Parco Nazionale di Rapa Nui, patrimonio mondiale UNESCO, e rappresenta un elemento fondamentale non solo per l’economia turistica ma anche per l’identità culturale della comunità locale.

Origini storiche – Le circa 900 statue moai presenti sull’isola furono realizzate dal popolo Rapa Nui tra il X e il XVI secolo in onore di antenati e capi tribali. La loro collocazione, spesso su piattaforme cerimoniali note come ahu, rispecchia un profondo legame spirituale con il territorio.

Eventi passati – L’ipotesi di danni causati dal mare non è nuova per Rapa Nui. Nel 1960 un terremoto di magnitudo 9,5 al largo del Cile, il più potente mai registrato, generò uno tsunami che raggiunse l’isola, spostando alcune statue già abbattute più all’interno e danneggiandone i tratti. Il sito di Ahu Tongariki venne restaurato negli anni ’90.

Minaccia globale – Il problema, secondo Paoa, non riguarda solo Rapa Nui. Un recente rapporto dell’UNESCO ha individuato circa 50 siti del patrimonio mondiale a forte rischio di inondazioni costiere. Un portavoce dell’organizzazione ha sottolineato che “il cambiamento climatico è la più grande minaccia per i siti marini patrimonio mondiale dell’UNESCO”, con quasi tre quarti dei siti costieri bassi del Mediterraneo e dell’Africa esposti a erosione e allagamenti.

Possibili soluzioni – Tra le opzioni discusse per proteggere Ahu Tongariki figurano il rafforzamento della linea costiera, la costruzione di frangiflutti o, come misura estrema, la ricollocazione delle statue in zone più sicure. Gli esperti avvertono che ogni intervento dovrà bilanciare la protezione fisica del sito con la conservazione del suo contesto storico e paesaggistico.

Appello degli studiosi – Paoa, originario di Rapa Nui, ha ribadito la necessità di agire subito: “Meglio guardare avanti ed essere proattivi piuttosto che reagire quando i danni sono ormai irreversibili”. Lo studio si propone di stimolare un dibattito immediato, prima che l’erosione e l’innalzamento del mare compromettano in modo permanente uno dei luoghi simbolo della cultura polinesiana.

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