Iren e il gioco delle tre carte

di Paolo Lingua

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Il Punto di Paolo Lingua

Iren e il gioco delle tre carte
“Chi vuole chi”, tanto per riprendere un simpatico giochino, far acquisire l’Amiu da parte dell’Iren? I distratti di buona memoria ricordano l’ultimo difficile anno di vita politica e amministrativa dell’ex sindaco Marco Doria. Da parte dell’amministrazione di centrosinistra (il sindaco in questo era sostenuto dalla coalizione Pd, in testa) si puntava a realizzare l’acquisizione. Nacquero forti protese all’interno dell’azienda e tutta l’opposizione di centrodestra tuonò contro. La data delle elezioni incalzava, il centrodestra era in crescendo. Ci furono un paio di mesi di confusione, poi la proposta si fermò. Con la vittoria di Marco Bucci si parlò, anche in forma indiretta e per metafora, che ormai occorreva semmai rinforzare l’Amiu a livello locale, puntando a una crescita dell’efficienza, all’insegna del modello lombardo e suonando il tamburo della raccolta differenziata da far crescere. Adesso, per il nostro divertimento (ma c’è poco da ridere), dopo il riassetto dei vertici dell’Iren con l’accordo dei comuni che ne controllano di fatto il pacchetto delle quote e con un rafforzamento del ruolo genovese, emerge nettamente l’ipotesi d’un acquisto dell’Amiu che non naviga in acque tranquille da parte dell’Iren. La scelta sarebbe voluta oltre che dal sindaco, anche dallo schieramento di centrodestra che regge l’amministrazione. A questo punto è insorta l’opposizione, Pd e M5s in testa, per mettere in evidenza le contraddizioni politiche della maggioranza.. Un gioco di 360 gradi in chiave rotatoria. Complice il clima elettorale che, a livello nazionale e a livello locale, infervora sempre di più gli animi e addirittura non gioca neppure più sugli slogan propagandistici ma addirittura modifica il Dna dei contenuti politici delle proposte. Ma è probabile che dovremo abituarci, per lo meno sino alla chiusura delle urne in Europa, a sbalzi quotidiani di proposte e di progetti. Restiamo a casa nostra: nei giorni scorsi si è appreso che non ci sarebbero motivi (economici, ecologici e così via, sempre a prendere sul serio questa sorta di esami di riparazioni cui sono sottoposte le grandi opere) per opporsi alla realizzazione della Gronda. Ma si attendono le riflessioni finali del ministro Toninelli. Per la verità, sulla base di decisioni del precedente governo, la Gronda sarebbe dovuta decollare proprio in questi mesi, ma poi era finita nella mongolfiera dei sogni sospesi. In realtà dovremo avere la pazienza di veder assistere al gioco delle proposte e delle allusioni come per lo spettacolo delle stelle cadenti nella notte di San Lorenzo. Tra l’altro gli esiti elettorali negli altri Stati europei sembrano incerti e contraddittori. Lega e M5s, ma anche le ipotesi di centrodestra e di centrosinistra, appaiono in contraddizione perenne. Dopo il 26 maggio i partiti faranno i conti ciascuno a casa propria per cercare di intraprendere la strategia più favorevole. Non è escluso che anche la questione Iren-Amiu imbocchi la medesima strada e la medesima sorte. Per adesso non resta che goderci (si fa per dire) il polverone sollevato a Palazzo Tursi dove, a quel che sembra, le problematiche si ammucchiano: rimpasto di assessori, rinvii imprevisti della demolizione del ponte Morandi, sogni sui trasporti pubblici, ridiscussione del Waterfront di Levante. Qualcosa di concreto sarà realizzato?