Inchiesta Milano, Sansa: "Centrosinistra dovrebbe 'licenziare' Sala, invece tace e fiancheggia il partito del cemento"
di Stefano Rissetto
L'ex consigliere regionale ligure attacca la coalizione che governa il capoluogo lombardo, finita sotto la lente della magistratura
Ferruccio Sansa lancia un duro attacco al centrosinistra e al sindaco di Milano Beppe Sala, al centro di un’inchiesta giudiziaria che coinvolge 74 indagati, tra cui lo stesso primo cittadino e l’assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi. In un post sul suo profilo social, l'ex consigliere regionale ligure denuncia non solo l’aspetto giudiziario della vicenda, ma il fallimento politico e morale del cosiddetto “modello Milano” promosso dal centrosinistra.
“Fanno dichiarazioni per ogni quisquilia, ma sul caso Sala silenzio”, scrive Sansa, accusando il centrosinistra di mancanza di coerenza e coraggio. Secondo l'ex candidato alla presidenza della Regione, tornato al lavoro di giornalista, la Milano di Sala è diventata il simbolo di una città in cui “politica e affari andavano a braccetto”, come scrivono anche i magistrati, e dove le decisioni sembravano prese “ascoltando più gli interessi degli imprenditori che dei cittadini”.
Nel mirino, il modello di sviluppo urbano basato su grandi operazioni immobiliari, il coinvolgimento di fondi internazionali e la crescente cementificazione. Un argomento cui lo stesso Sansa, a quattro mani con il collega di Repubblica Marco Preve, aveva dedicato "Il partito del cemento", un pamphlet per Chiarelettere sullo stesso argomento ma in chiave ligure. “Una città che è stata ricoperta da una colata di cemento nonostante chi la governa si dicesse ambientalista”, scrive ancora Sansa, evidenziando la contraddizione tra il racconto progressista e gli effetti concreti delle scelte urbanistiche. “Una città che ha espulso chi non ha soldi. Un riccodromo, più che una comunità.”
Ma l’accusa più forte è rivolta al silenzio del centrosinistra: “Hanno tradito se stessi e i propri elettori”. Nonostante le dimensioni dell’inchiesta e le implicazioni politiche, afferma Sansa, nessuno – o quasi – ha avuto il coraggio di chiedere un passo indietro a Sala. “A parte il MoVimento 5 Stelle e qualche voce isolata di AVS, praticamente nessuno ha aperto bocca”.
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