Rogo nella notte ai giardini di punta Vagno: in fiamme i gonfiabili per bimbi
di Michele Varì
2 min, 53 sec
Il titolare racconta la sua vita da giostraio: "Nel dopoguerra andavamo in giro a mostrare pinguini o cimici..."
Un incendio all'una della scorsa notte ha distrutto due gonfiabili del parco giochi dei Giardini Govi di Punta Vagno, alla Foce. Non si esclude il gesto di un piromane, forse una bravata da parte di alcuni giovani che frequentano i giardini del vicino depuratore.
L'allarme è stato lanciato da molti abitanti della zona e automobilisti che hanno visto una nuvola di fumo levarsi in cielo e avvertito un furto odore di plastica nell'aria.
A punta Vagno sono giunte due squadre di pompieri che hanno lavorato per circa due ore per spegnere le fiamme e mettere in sicurezza l'area. Intervenuti anche i poliziotti delle volanti della polizia che hanno avviato le indagini per capire l'origine del rogo ascoltando la testimonianza del proprietario dei giochi gonfiabili.
Nelle prossime ore saranno acquisite le immagini di alcune telecamere installate nell'area.
I giardini Govi sono da sempre ricettacolo di sbandati e clochard che si accampano fra la spiaggia e la scogliera, e per questo in passato i pescatori dei circoli della zona hanno presentato alcuni esposti in questura per chiedere maggiori controlli nelle ore notturne.
Il titolare dell'area giochi, Gualtiero Secchi, età da pensione, non sa spiegare cosa possa avere innescato il rogo e, seduto nella sua area giochi, nel parlare dell'incendio alla fine racconta tutta la sua vita.
"Di notte qui rimane accesa solo una luce. Un gesto doloso? Ma chi può avere avuto interesse ad appiccare il fuoco alle mie attrazioni? No, non vedo il motivo di tanta cattiveria". Il giostraio, discendente di una famiglia di girovaghi che ha sempre lavorato nelle attrazioni, svela poi di non essere assicurato. "Il danno? Il gonfiabile con i pinguini andato del tutto distrutto costerà sui sette mila euro. L'altro, solo danneggiato, circa 3 mila". L'uomo è avvilito per quanto accaduto ma già pronto a ricominciare. "Non chiudo neanche un giorno, vado avanti con le altre attrazioni e ne acquisterò altre due per sostituire quelle danneggiate. Ho cominciato da bambino, lavoravo nei baracconi, come mio nonno e il mio bisnonno, a quei tempi avevamo un rimorchio a forma di nave trainato dai cavalli con cui prima della guerra portavamo in giro le foche, anche se avevamo il problema del rifornimento dell'acqua, mio padre era vestito da ammiraglio ed invitava la gente ad avvicinarsi con un megafono, ma madre si vestiva da palombaro eppoi c'erano anche tre musicisti. Ricordo che avevo uno zio che a Torino presentava la "bella del gin al bagno", la gente pagava e quando andava dentro convinta di vedere una bella donna in costume in pieno inverno, ed invece si trovava davanti ad un sigaro "del Gin" in una vasca da bagno. Cosa succedeva? Si mettevano tutti a ridere e non dicevano nulla a nessuno così da non essere gli unici a fare la figura dei fessi e tutto finiva lì. Lo stesso faceva mio zio mostrando "il padiglione delle cimici", ci si metteva gli occhiali e si vedevano delle cimici sotto un vetro... truffe? No solo un modo per divertirsi". Secchi poi torna al rogo dei gonfiabili: "Qui di notte è pieno di gente, soprattutto omosessuali che si appartano sugli scogli. Il mio gonfiabile era alto sette metri e copriva la visuale, come mi ha fatto notare il Comune di Genova che forse voleva farmi pagare delle tasse, io gli ho risposto che per fortuna ci sono i miei gonfiabili che coprono la visuale perché così la gente di corso Italia non vede quanto accade sugli scogli, scene sconce, vietate ai minori...".
Michele Varì
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