Il trovatore di Verdi inaugura la Stagione d'Opera del Teatro Carlo Felice

di Giulia Cassini

La prima venerdì 22 novembre alle 20 con la bacchetta di Andrea Battistoni

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Il trovatore è l'opera figlia del dramma "El Trovador" di Antonio Garcìa Gutiérrez ma è anche in qualche modo legata a Genova visto che ha segnato l'inaugurazione ufficiale del nuovo Teatro Carlo Felice il 18 ottobre 1991. Quest'anno è uno dei titoli più attesi della stagione 2019/2020 del teatro  che debutterà il 22 novembre alle 20, con la bacchetta di Andrea Battistoni. L'allestimento è una nuova produzione del Teatro Carlo Felice (di cui Iren è main sponsor), mentre lo spettacolo è in memoria del Maestro Peter Maag nel centenario della nascita. Eppure più di ogni altra cosa per i genovesi è un ritorno particolarmente sentito nelle braccia della Superba per il  secondo capitolo della “trilogia popolare” verdiana, come rimarca l'assessore comunale Barbara Grosso, tanto più che la regia è firmata da Marina Bianchi, apprezzata recentemente dal pubblico nostrano per la messa in scena di  Falstaff, di cui ha curato la ripresa della regia originale di Luca Ronconi. 
 
Il trovatore è un dramma lunare, del destino e della vendetta, dove ogni momento si consuma all'istante tra personaggi romantici e sovrapposti in una corsa orchestrale e della partitura che arriva a segnare i momenti decisivi con fierezza, ma, a tratti, con affanno.  La trama è serrata, non c'è spazio per pensare, nemmeno quando si cinge nell'oscurità l'uomo sbagliato commettendo un imperdonabile errore oppure quando si salva una fanciulla dal rapimento. Si riescono a conciliare gli opposti: la possenza virile in "Ah, sì, ben mio" e la buia disperazione di "Di quella pira...". Tra i personaggi principali, celebri non solo ai melomani: il  Conte di Luna (Massimo Cavalletti /Sergio Bologna),  Leonora (Vittoria Yeo /Rebeka Lokar),  Azucena (Violeta Urmana /Maria Ermolaeva),  Manrico (Marco Berti/Diego Cavazzin),  Ferrando (Mariano Buccino),  Ines (Marta Calcaterra), Ruiz, Didier Pieri e poi un  vecchio zingaro ( Filippo Balestra/Roberto Conti) e  un messo (Antonio Mannarino).
 
Come in una tragedia greca, i due rivali in amore, Manrico e il Conte di Luna, non sanno di avere un legame di sangue (sono fratelli) e il finale tragico già si percepisce nell'incipit presago. La scenografia dei due artisti kazachi Sofia Tasmagambetova e Pavel Dragunov promette idee nuove e preziosismi, con scene girevoli e una soluzione di continuità che porta avanti nella storia con minimi spostamenti di grado, in una sorta di spirale narrativa. "Non ci sono psicologie borghesi - spiega la regista Marina Bianchi- non è La Traviata, poi le 2 figure femminili hanno davvero un ruolo fondamentale. Una è l'amore romantico e l'altra è una 'strega', ha a che fare col fuoco, col notturno, con la parte più oscura del femminile".  In particolare Leonora è una donna straordinariamente moderna, decide di inseguire il suo sogno di amore libero e forte, "Infatti -continua Bianchi- le do in mano un libro all'inizio perché penso sempre che in quel secolo erano le artiste o le donne che potevano leggere ad essere le più emancipate". Certo, questa libertà ha un caro prezzo.
 
Un effetto particolare riguarda lo sfondo. "C'è sempre un secondo piano che racconta tanto, qui si tratta del cielo tra elementi tempestosi, lune velate e poi a un certo punto arriva l'effetto tutto rosso che ricorda il fuoco. Io amo molto sfondare in questo livello, perché si aiuta a stagliare i personaggi nel racconto".
 
Diversi appuntamenti precedono la rappresentazione dal 22 novembre al 1° dicembre: sabato 9 novembre all'Auditorium Monatle per le 16 si terrà la conferenza illustrativa di Lorenzo Costa intitolata "Amore e odio: la vendetta di Azucena", domenica 17 novembre alle 11:30 la prova d'assieme, poi le visite guidate agli spazi del Teatro dalle 13.30 alle 14.30, lunedì 18 novembre alla libreria la Feltrinelli alle 16 "Un pomeriggio all'opera" con moderatore Massimo Pastorelli e venerdì 22 novembre al Teatro (piazza coperta) alle 18 il concerto delle voci bianche dirette da Gino Tanasini alla presenza delle autorità cittadine.  Tutte le informazioni sul sito www.carlofelice.it