Il tribunale respinge la richiesta danni dei Malacalza contro la Carige
di Paolo Lingua
Il gruppo Malacalza aveva chiesto 480 milioni di danni nei confronti della Banca Carige per un presunto danno, frutto delle decisioni dell’assemblea del settembre 2019, al termine della quale il gruppo Malacalza aveva perduto la maggioranza relativa (era l’azionista di riferimento con quasi il 30% di controllo sull’istituto) della banca. Oggi il Tribunale di Genova ha respinto la richiesta di danni e ha anche respinto una analoga richiesta avanzata dall’associazione dei piccoli azionisti. Le decisioni assunte dall’assemblea del settembre 2019 avevano consento alla banca, travagliata da crisi e da azioni giudiziarie iniziate molti anni prima con i processi a carico dell’ex presidente Giovanni Berneschi, di uscire dalla gestione commissariale. Il tribunale, insieme ad altri aspetti tecnici, ha argomentato che in occasione dell’assemblea i Malacalza preferirono uscire dal dibattito e di non votare.
Ovviamente la questione giudiziaria non resta chiusa con la sentenza del tribunale civile di Genova, ma restano aperti i ricorsi in appallo e anche in cassazione. Inoltre è in piedi una causa analoga con altri complessi aspetti presso la Corte Europea e che coinvolgono anche le decisioni della Bce. Un lungo e tormentato percorso che potrebbe, ovviamente, dar luogo a decisioni del tutto opposte, ma è indubbio che la sentenza di oggi segna un punto importante a vantaggio della Carige che da tempo cerca una soluzione ai suoi complessi problemi di gestione. Recentemente la Carige, tornata in gestione “normale”, dopo il periodo di commissariamento, ha migliorato alcuni aspetti critici della struttura : sono stati effettuati tagli del personale, chiusura di filiali extra territoriali, recupero di clienti risparmiatori e realizzazione di modernizzazione e di digitalizzazione.
In parole povere l’istituto ha parzialmente “tirato il fiato” dopo alcuni anni molto duri. Lo si comprende anche dal breve e prudente comunicato emesso in margine alla sentenza, dove di evidenzia la “piena legittimità” della delibera di aumento di capitale e di tutto l’operato dei vertici della banca. Il comunicato parla di “importante elemento di chiarezza”, ovviamente nella prospettiva delle prossime mosse che attendono le scelte sul destino della Carige. Infatti, si è a lungo discusso nel corso soprattutto dell’ultimo anni di eventuali acquisizioni. Ma, anche se a livello ufficiale, nessuno l’ha mai affermato era difficile muoversi nei confronti della Carige sino a che pendeva il dubbio0 della sentenza del tribunale sul ricorso del gruppo Malacalza. Al di là di processi, dubbi e ricorsi, il recupero di banche un tempo leader di territori regionali non riguarda solo la Carige, ma anche, come si è visto, il Monte dei Paschi di Siena . Ci si muove, tra dubbi e complesse valutazioni, anche internazionali, verso un riassetto degli istituti bancari, ma il sentiero è lungo e tortuoso
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