Il tormentone delle aziende petrolifere di Multedo
di Paolo Lingua
2 min, 47 sec
La vicenda dei depositi petroliferi di Multedo, ovvero le imprese Carmagnani e Superba, sembra non avere fine, in un certo senso così come non ha avuto principio. Una premessa è d’obbligo. Le due imprese sono nella medesima location da oltre settant’anni e quasi quarant’anni fa hanno subito una vicenda interna con morti.
Va detta una obiettiva verità: una buona parte delle strutture abitativa della zona sono venute dopo le imprese. Segno che da sempre le istituzioni pubbliche hanno sbandato senza avere un progetto, un programma e l’esigenza di difendere i cittadini da potenziali rischi. Tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta lo storico presidente del porto di Genova, il filoso prof. Dagnino, aveva escogitato un potenziamento dello scalo in funzione del traffico petrolifero ma aveva fatto decollare la famosa “isola” (che divennero due) al largo del porto di Genova per rimuove rischi di sversamento se non addirittura di esplosioni. Dall’incidente di Multedo sono passati decenni e nessuna istituzione ha trovato una soluzione decente al problema. Sono state, nel corso degli ultimi due anni, “inventate” (è il caso di dirlo) soluzioni assurde quali il trasferimenti delle società di Multedo o sotto la Lanterna o anche nelle aree recuperate a Cornigliano dal ridimensionamento della siderurgia. Trovate poco logiche. Nel primo caso creando gravi problemi nelle aree sotto la Lanterna, ipotecate dalla razionalizzazione del sistema dei trasporti interni di merce e della locazione di imprese trasportistiche per non parlare dei rischi per una zona storica e turistica di alto livello. Nel secondo caso sollevando le preoccupazione degli abitanti di Cornigliano e dei rischi legati alla vicinanza con l’aeroporto.
Queste ipotesi, dopo discussioni e polemiche divampate nei quartieri coinvolti, sono state abbandonate, senza che di fatto fossero mai messi nero su bianco dei progetti. Erano di fatto irrazionali. Ma il problema è rimasto aperto anche se, di fatto, gli enti responsabili non siano stati travolti dalla fretta. Ora riemerge l’ipotesi di un trasferimento della Superba e della Carmagnani sulla diga del porto di Voltri, fatto che ha già suscitato le proteste dei cittadini di Prà e di Voltri, i due quartieri coinvolti dal nuovo assetto portuale che, aa detta di molti, ha strozzato la vita della zona. La collocazione ipotetica per il momento, delle due aziende petrolchimiche sulla diga di Ponente ha suscitato, come era prevedibile, proteste tra i residenti, anche , per altri aspetti della valutazione, questa collocazione sarebbe decisamente preferibile alle assurde ipotesi di ubicazione all’interno delle aree portuali a stretto contatto con aree abitate che già hanno subito danni ambientali diretti e indiretti. Non mancano altre soluzioni anche più drastiche come il trasferimento delle azine de di Multedo in zona “deserte” o quasi per esempio della Sardegna per rimuovere ogni potenziale pericolo ambientale. Il grande tema, che investe non pochi posti di lavoro, finirà sui tavoli dell’Autorità portuale, del Comune, della Regione, oltre che del Municipio territoriale. Come in passato, non sarà agevole trovare una soluzione congrua perché sono troppi i problemi che si intrecciano. E a Genova è una tradizione rinviare per non decidere o, comunque, lavorare sui veti incrociati. Una soluzione dovrà trovarsi, prima che si verifichi un altro incidente che è una spada che pende sulla situazione generale. Ora si aprirà un nuovo percorso, ma non sarà né rapida né semplice un asoluzione definitiva che sia soddisfacente per tutti.
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