Il tormentato percorso di Pd e M5s
di Paolo Lingua
Stamani, come del resto era prevedibile, il M5s ha espulso dal gruppo parlamentare del Senato e, di fatto, dal partito i 15 senatori che hanno votato “no” alla fiducia per il governo Draghi. Non è semplice fare previsioni sui numeri, ma è certo che lo stesso rituale si ripeterà nei confronti dei deputati che non voteranno la fiducia a Montecitorio. Nasceranno nuovi gruppi e, forse, un nuovo partito al quale è moto probabile che si aggregherà il “ribelle” Di Battista. Nel frattempo si capisce che Crimi non è in sintonia con Di Maio, mentre nasce la solita confusione per quanto riguarda la “piattaforma Rousseau”, oltre che a discussioni che vedono sul palcoscenico politico Grillo e Casaleggio. I protagonisti si rinfacciano dichiarazioni e giudizi del recente passato (Grillo è stato molto critico con Draghi quando era ai vertici della Banca d’Italia e della Bce).
La situazione non è chiara perché non si sa ancora quale riorganizzazione sarà scelta dai grillini filogovernativi e se nascerà un partito dissidente. E’ indubbio che l’intera vicenda mette in posizioni molto critiche il M5s, già scosso nei mesi passati da polemiche interne da miniscissioni. In Liguria, senza andare troppo lontano dai fatti di casa nostra, ci sono state diverse sortite in occasione delle elezioni comunali a Genova e, più recentemente, per le regionali ha costituito una lista autonoma Alice Salvatore che era una delle leader grilline della prima ora. Sempre restando in Liguria, ieri in Senato una degli esponenti più intransigente del “no” al governo è stato appunto il genovese Crucioli. E’ troppo presto per fare previsioni e disegnare nuovi profili politici e individuare la nascita di nuovi movimenti.
Ma la vicenda del M5s si sta ripercuotendo sul Pd che pure, nel proprio interno, non naviga in acque tranquille al di là del generale ottimismo delle dichiarazioni dei suoi leaders nazionali. Infatti sono numerosi, sparsi per tutta l’Italia, gli esponenti del Pd che criticano l’accordo parlamentare con il M5s e con Leu (anche nel piccolo partito dell’estrema sinistra ci sono state spaccature sul voto, a cominciare la leader Fratoianni). E’ stato osservato che l’accordo a tre è stato lanciato troppo presto e che, anche nella prospettiva delle elezioni in alcuni grandi comuni (Roma, Milano, Torino, ecc.), sarà tutt’altro che facile trovare un’intesa. Le posizioni, le tattiche e le strategie sono differenti. A cominciare dalla capitale che è un teatro politico emblematico. Il Pd ha lanciato la candidatura dell’ex ministro del Tesoro, Gualtieri.
La sindaca uscente Raggi non sembra volersi mettere da parte e si aspetta il sostegno del M5s. I piccoli movimenti (dal gruppo della Bonino ai socialisti di Nencini) restano in attesa, accanto a Italia Viva il cui leader Matteo Renzi si comporta come un vincitore. Alcuni sono in attesa della nomina dei sottosegretari e dei viceministri che dovrebbe essere completata nel volgere di pochi giorni. I binocoli, al di là della guerriglia interna dei grillini, sono però puntati sul Pd che ha situazioni critiche in molte regioni. Anche in Liguria è scoppiata una rissa, su una gaffe sul voto in consiglio comunale d’un ordine del giorno che accomunava fascisti, nazisti e comunisti e sul quale i consiglieri del Pd si sono astenuti invece che votare contro. La questione in sé non è però che un aspetto di superfice di contrasti ben più profondi e che hanno la loro radice nel pesante insuccesso elettorale alle elezioni regionali dello scorso autunno. Le peggior batosta delle urne degli ultimi cinquant’anni.
Il Pd non ha mai voluto fare autocritica (agli errori locali si sono sommati quelli dei vertici nazionali) e, di fatto, per adesso procede nel silenzio anche con una opposizione blanda negli enti locali, quasi tutti in mano al centrodestra. Le prossime settimane e i prossimi mesi potrebbero quindi riservare novità, mentre Draghi dovrebbe procedere nella sua azione di governo. Il punto più delicato riguarderà i contenuti del Recovery, un argomento sul quale le differenze esistono e che potrebbero emergere creando non pochi problemi.
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