Il Teatro Necessario compie 20 anni: presidente Mirella Cannata illustra nuova stagione a Telenord
di Carlotta Nicoletti - Anna Li Vigni
Composta da attori detenuti, la compagnia ha rappresentato negli anni un’importante occasione di riscatto e crescita personale
Un palco, un sipario e la possibilità di cambiare vita. È la storia del Teatro Necessario, realtà nata nel 2005 all’interno del carcere di Marassi e oggi punto di riferimento nazionale per il teatro in carcere. Fondato da Mirella Cannata, insegnante dell’istituto Ruffini, e dal regista Sandro Baldacci, il progetto celebra vent’anni di attività tra formazione, spettacoli e reinserimento sociale.
Origini – “L’inizio è stato quasi casuale”, racconta Cannata. “Insegnavo già a Marassi e, insieme a Baldacci, abbiamo proposto un laboratorio teatrale. Da allora non ci siamo più fermati”. Il primo esperimento rivelò subito la forza del teatro come linguaggio universale: “Era necessario. Per i detenuti, ma anche per noi professionisti, in uno scambio che arricchiva entrambi”.
Formazione – Ogni anno vengono attivati laboratori di recitazione e mestieri del teatro — luci, fonica, scenografia, costumi — che offrono ai detenuti competenze spendibili anche fuori dal carcere. Alcuni, una volta liberi, hanno trovato impiego nel settore. “Uno dei nostri ex tecnici oggi lavora a grandi concerti e partecipa con noi a incontri nelle scuole”, spiega Cannata.
Teatro dell’Arca – Nel 2016 è stato inaugurato un vero e proprio teatro in legno all’interno del carcere: il Teatro dell’Arca, oggi dedicato a Baldacci. “È diventato un ponte tra dentro e fuori”, sottolinea Cannata. Ogni spettacolo viene presentato sia alla popolazione detenuta sia al pubblico esterno, previa prenotazione.
Esperienze – Tra i laboratori più recenti anche quelli dedicati ai detenuti di alta sicurezza. “Il teatro insegna regole, ascolto, rispetto. È una scuola di vita”, afferma Cannata. E cita Lino, detenuto e direttore di scena da oltre dieci anni: “Il teatro mi ha salvato la vita”.
Rete – Il Teatro Necessario partecipa al progetto nazionale Per Aspera ad Astra, sostenuto da ACRI e dalla Compagnia di San Paolo, che promuove la cultura come strumento di trasformazione nelle carceri italiane.
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