Il piano di rilancio del Gaslini
di Paolo Lingua
Lo si era capito, per la verità, all’indomani in cui la notizia-bufala si era diffusa. L’istituto pediatrico “Gaslini” resterà nella sua sede originaria e non trasferirà in Valpolcevera. Non si è capito come mai fosse uscita questa voce e se, a volte capita, c’era qualcuno che puntava a questo obiettivo. Fatto sta che l’ipotesi – sempre che sia mai esistita – è svanita subito. Oggi poi, per bocca del presidente Edoardo Garrone, sono emerse le nuove ipotesi e le nuove strategie, più concrete, logiche e credibili. Decolleranno, da qui al 2025, progetti di ristrutturazione per oltre duecento milioni.
Si andrà verso la ristrutturazione “orizzontale” (e non più “verticale”) dei reparti e degli interventi, così da rendere più efficace l’ipotesi di interventi di chirurgia e di terapie interdisciplinari. La complessa modifica organizzativa che coinvolgerà tutti i settori sanitari e di ricerca scientifica decollerà insieme a interventi di modifica edilizia nei vecchi reparti con collegamenti e allargamenti che seguono, nella logica già iniziata alcuni anni fa, ristrutturazioni necessarie per poter interagire all’interno dei reparti. E’ inoltre molto interessante recepire una ulteriore modifica già adombrata da alcuni anni che vedrà estendere la cura, la terapia e l’assistenza scientifica anche agli adolescenti sino ai 18 anni, una fascia d’età che non sempre ha trovato adeguati servizi negli ospedali ordinari per tanti aspetti particolari di eventuali affezioni o malattie. Non solo: considerata la natura dell’ospedale, si allargheranno e si razionalizzeranno i centri di accoglienza dei genitori e die parenti dei piccoli assistiti.
In sintesi, il Gaslini punta, a 360 gradi a riprendere il ruolo di leadership a livello europeo dell’assistenza pediatrica, recuperando il modello di eccellenza che era alla radice della sua realizzazione. Il Gaslini, è bene ricordarlo, fu inaugurato nel 1938. Il fondatore Gerolamo Gaslini aveva dato vita a una realtà d’avanguardia a livello internazionale, sposando l’assistenza alla ricerca scientifica, facendone un ospedale e, al tempo stesso, un puto di riferimento dell’Università di Genova. La linea di eccellenza aveva retto sino alla morte di Gaslini, all’inizio degli anni Sessanta del secolo scorso. Poi, c’erano stati nella gestione, momenti di “alto e basso”, con una ripresa nel corso degli ultimi dieci anni.
Da tempo, infatti, si discuteva sugli interventi fondamentali da realizzare per tenere testa alle nuove realtà europee e mondiali, ma anche operando al livello italiano, dopo la crescita progressiva dell’ospedale Bambino Gesù di Roma. Va comunque ricordato che esiste in Italia ormai una stretta cooperazione tra i centri specializzati di pediatria che assorbono anche servizio e terapia per i Paesi di quello che un tempo veniva indicato come “Terzo Mondo”. Al Gaslini giungono in continuazione bambini dall’Africa e dal Medio Oriente. In questa chiave è certamente importante quanto ha annunciato oggi il presidente Edoardo Garrone. C’era certamente da aspettarselo a cinque mesi dal cambio (non privo ci polemiche di cui qualcuna giustificata) dei vertici dell’Istituto. Ora la nuova gestione, con l’annuncio della profonda rivoluzione della struttura, fa decollare una importante e delicata scommessa, anche perché il Gaslini non può permettersi in nessun senso dei passi indietro considerato il suo DNA di leadership in un campo molto delicato come la pediatria. I prossimi cinque anni saranno un interessante banco di prova.
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